Intervento di Igor Gelarda, Dirigente sindacato di Polizia Consap “La legittima difesa è argomento molto discusso per adesso, soprattutto all’indomani del fatto accaduto a Vaprio d’Adda. Anzi fattaccio, che è a sua volta collegato al vertiginoso incremento dei furti e delle rapine in appartamento, rispettivamente aumentate del 127 % e del 195% negli ultimi 10 anni. La gente ha giustamente paura e alcuni politici cavalcano, forse meno giustamente, queste paure. Come funziona la legittima difesa L’articolo 52 del Codice penale stabilisce, per la legittima difesa, che il principio è quello della difesa di un diritto contro un pericolo attuale, imminente e persistente, ancora in corso e non già passato né futuro, ovviamente relativo ad offesa ingiusta. Non ci si può difendere da chi sta scappando, anche se chi scappa mi ha appena devastato la casa. In questo caso potrei certamente tentare di prendere il ladro per assicurarlo alla giustizia e recuperare la mia roba, ma sparare addosso a qualcuno che fugge non può essere considerata una difesa. E poi, recita il codice, la difesa deve essere proporzionata al pericolo che corro: non posso rispondere ad uno schiaffo con una cannonata, nè ad un pugno con una coltellata. Niente Far West Pene certe e senza sconti L’avere un arma può ingenerare una falsa sicurezza. Ma certamente non si può criminalizzare chi si sente più sicuro possedendone una in maniera legittima. Lo Stato deve garantire la sicurezza La cosiddetta certezza della pena varrebbe meglio di un modello americano con tante pistole in giro o bonus pistola di sapore demagogico. Non dico di togliere le armi a chi ha diritto a possederle, ma non bisogna assolutamente incoraggiarne la diffusione. Tuttavia è chiaro che se il cittadino si sente in pericolo tenderà ad armarsi. Lo Stato può e deve impedire questa corsa agli armamenti, eliminando le cause della paura: riscrivendo leggi più severe e pene che non prevedono sconti o vie di fuga a chi delinque e costruendo carceri, tante carceri e/o ampliando quelle che ci sono. Tanti posti in più per gli utenti carcerari quanti ce ne servono per dare una sistemazione dignitosa sia a chi ci sta dentro per scontare una pena, sia a chi ci lavora (ovviamente aumentando anche il numero degli agenti penitenziari impegnati). Tante quante ce ne servono per dare una sistemazione dignitosa sia a chi ci sta dentro per scontare una pena, sia a chi ci lavora. Antonio Manganelli, compianto capo della Polizia (dal 2007 al 2013), aveva già denunciato al Senato, nel maggio del 2008, che nulla in Italia è più incerto della certezza della pena, arrivando a parlare di una forma di “indulto quotidiano” nei confronti dei malviventi. E se lo ha detto il Capo della Polizia…” Igor Gelarda, Dirigente sindacato di Polizia Consap
Nel 2006 vennero aggiunti due commi a questo articolo, una estensione per il diritto all’autotutela in un privato domicilio, attività commerciali, professionali o imprenditoriali. La legge permette di usare un’arma, legittimamente detenuta, se qualcuno entra in un luogo di mia pertinenza e mette in pericolo l’incolumità, cioè la vita o l’integrità, mia o quella di qualcun altro che si trova con me; oppure sta rubando e non desiste da questa azione e c’è pericolo che mi aggredisca. La legge specifica bene che io posso difendermi con l’uso di armi o altri mezzi idonei, solo nel caso in cui il malfattore mi aggredisca o io mi renda conto che sta per farlo. E che ci sia bisogno di una aggressione in atto, o comunque il pericolo di una aggressione, per potere invocare la legittima difesa lo ha ribadito anche la Suprema Corte nel 2008 (n. 25653).
Oggi qualcuno vorrebbe abrogare il reato di eccesso colposo di legittima difesa, ma se così fosse rischieremmo il far west. C’è chi invece chiede che il legislatore lavori ad una interpretazione più estensiva del concetto di legittima difesa, per tutelare maggiormente chi si deve difendere o ha ospiti sgraditi in casa.
Mantenere la freddezza e la lucidità d’animo in una situazione come quella in cui si è trovato il pensionato a Vaprio d’Adda non è per nulla facile e se con il senno di poi diventa tutto chiaro, nei momenti di confusione e di pericolo, percepito o reale che sia, tutto è maledettamente nebuloso e celere. Al buio, un’ombra dentro casa mia; il timore che oltre a derubarmi si possa fare del male a me o ai miei cari, il terrore che possano accadermi le cose brutte sentite in Tv (come il caso della coppia massacrata a Palagonia questa estate): tutto questo può spingere a premere il grilletto. La magistratura stabilirà con serenità quello che è successo quella notte in quel piccolo paese del milanese, ma non credo che in questa vicenda debbano essere ricercati eroi né mostri da sacrificare sull’altare di una mediaticità onnivora e ignorante.
Ma ci sarebbe stato un altro modo per evitare questo fattaccio, e tanti altri analoghi. La giovane vittima albanese aveva precedenti per furto ed era pure stata rimpatriata nel 2013 per reati contro il patrimonio. Se il ragazzo fosse stato in prigione per i crimini commessi in precedenza, o se fosse rimasto al suo Paese dopo l’espulsione, il 20 ottobre non sarebbe morto nessuno a Vaprio d’Adda.
Come si diceva furti e rapine in appartamento hanno avuto un aumento vertiginoso fino al 200% negli ultimi anni: si tratta di un incremento molto più accentuato rispetto all’andamento del numero totale dei reati (+19,6% nel periodo 2004-2013) e dei furti nel complesso (+6%). E non si può assolutamente tacere il fatto che il 54% dei responsabili per questi reati siano stranieri, a fronte di una popolazione immigrata residente in Italia di circa il 10%.
Ottenere che chi commetta un crimine passi in prigione un tempo proporzionato al reato commesso, senza sconti: ecco questa è la legittima difesa di un popolo. E al contempo rendersi conto, per quanto concerne la criminalità straniera, che ha statisticamente una incidenza forte in Italia, che una accoglienza indiscriminata è solo illogica e pericolosa. Le forze dell’ordine italiane sono molto professionali, nonostante la penuria di mezzi a disposizione, e il ladro prima o poi lo acchiappano.