Mediapolis o Magnapolis?

Fonte: www.i-gloo.org

Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, mi ha fatto avere in copia una lettera inviata alla presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso.

La lettera, di cui riporto alcune parti, riguarda la distruzione di uno dei pochi spazi incontaminati del Piemonte per costruire nuovi centri commerciali.

“Gentile Presidente

come Lei sa, il FAI si oppone da anni ad un progetto di insediamento commerciale chiamato Mediapolis, destinato a distruggere un angolo fra i più belli e intatti del Canavese, e rappresentato dalla Conca fra Albiano di Ivrea e Caravino.
Con altre Associazioni di tutela ambientale, il FAI ha anche presentato un ricorso al T.A.R. Piemonte, nel quale sono elencate diverse illegittimità delle procedure sin qui seguite.

Questo ricorso dovrebbe essere deciso dal T.A.R. dopo una udienza del prossimo Giugno. omissis.
Abbiamo sottolineato sin dall’inizio che l’iniziativa Mediapolis ha scelto di collocarsi nella bellissima conca collocata fra Albiano e Caravino, omissis ,molto semplicemente perché l’area non costava nulla. I sessanta ettari già di proprietà Olivetti non solo erano inedificabili anche per vincolo idrogeologico, ma sono stati acquisiti all’iniziativa (per quanto é noto) senza alcun corrispettivo in danaro.
omissis.
Agli enti pubblici Piemontesi é stato detto che si sarebbe realizzato un “parco tematico”: vale a dire una iniziativa nel campo del tempo libero e della cultura.
Nonostante questa copertura, sembrava chiaro trattarsi di una gigantesca operazione immobiliare, basata su destinazioni di mero interesse privato e non certo culturali. Era anche evidente che l’iniziativa avrebbe coinvolto prima o poi cospicue risorse degli enti pubblici maggiori, costretti ad intervenire per evitare agli enti locali (i primi araldi di Mediapolis)impegni troppo gravosi.
omissis.
i lavori di Mediapolis non sono stati ancora avviati, ma viene ormai detto apertamente che il vero centro nevralgico dell’operazione sarà costituito da un enorme centro commerciale (si parla di 50.000 mq.), con annessi servizi di carattere commerciale tra i quali la consueta multisala cinematografica “multiplex”.

Nessuno ha condotto studi approfonditi sulla ricaduta di questa iniziativa sulla occupazione locale. E’ certo che il centro commerciale, i ristoranti, la multisala produrranno una domanda di posti di lavoro; ma contemporaneamente i nuovi posti saranno compensati dalle perdite occupazionali dovute alla crisi inevitabile che la nuova iniziativa provocherà al tessuto tradizionale del commercio e dei servizi.
omissis
Si aggiunge che le istituzioni pubbliche del Piemonte (prima ancora che i promotori investissero alcunché, al di fuori delle spese promozionali) sono state chiamate a sottoscrivere un protocollo d‘intesa con il quale si fanno carico di tutte le opere viabilistiche all’intorno, ivi compreso (forse) l’adeguamento del nodo autostradale, nonché di tutte le opere idrauliche per rendere il terreno concretamente utilizzabile (come é noto, i 60 ettari dove verrà collocata Mediapolis sono soggetti a periodiche inondazioni e per questo motivo sono indicati dai piani regionali come utilizzabili solo per salvaguardia idrogeologica).
omissis
Ci chiediamo se sia legittimo che un grande centro commerciale privato debba essere autorizzato disattendendo piani e prassi amministrative, ed essere aiutato con vaste risorse finanziarie da tutti gli enti pubblici del Piemonte anche se ubicato nel posto sbagliato, ed anche se richiede la distruzione dei caratteri storici, naturali e geologici di un luogo così bello e caro alla identità del Canavese. omissis

Giulia Maria Mozzoni Crespi.

Chi sta dietro a questa ennesima operazione di distruzione? I centri commerciali non producono ricchezza, sono figli di una cultura consumistica e globalistica che distrugge realtà locali, come gli artigiani, insieme al territorio.
Io ho sei figli, di questo passo cosa rimarrà a loro dell’Italia: multisale cinematografiche con due spettatori e supermercati pieni di roba con la gente che guarda la merce da fuori? Le pentole argentine si avvicinano sempre di più.