Non mi piace infierire sulle persone. E così, adesso, che di Tronchetti parlano tutti male, io voglio parlarne bene. Ma, per quanto mi sforzi, non ci riesco. Ho deciso di farmi aiutare da una delle penne migliori del giornalismo italiano: Ferruccio De Bortoli, direttore del Sole 24 Ore, e estrarre dalla sua prefazione a una recente biografia di Tronchetti: L’industriale’, i passi più felici. I più veri.
” C’è la storia di una passione, ormai rara: l’industria. Con molte sfide accettate, alcune vinte, altre aperte e difficili”
” Contano i risultati; la riservatezza è un valore; l’ostentazione una debolezza; la convinzione che il merito vada spartito con tutti i collaboratori una parola d’ordine”
” diviene stretto collaboratore di Sozzani alla Pirelli & C.; collabora alla prima semplificazione societaria del gruppo, esperienza che gli sarà utile negli anni di Telecom per accorciare la catena di controllo e gestire meglio il problematico rapporto tra indebitamento e cash flow”
” La leadership la ottiene sul campo, non la ottiene per motivi dinastici. Leopoldo Pirelli lo sceglie come successore guardando alle qualità personali non ai legami familiari”
” il caso Optical o meglio Otusa, della più grande creazione di valore della storia recente dell’industria la possibilità di concludere con la Corning, che ambisce a essere leader mondiale, la cessione della società di fotonica per quasi 4 miliardi di euro! Pirelli è pagata in contanti ”
” ingresso di Pirelli in Telecom Non fa l’Opa, con grande scandalo. Ma confessa Tronchetti all’autore: Quelli che gridano sono gli stessi che negli anni Ottanta hanno contribuito a far nascere i junk bond e applaudito a un’operazione tra le più brutte che siano mai avvenute in Italia, l’Opa Telecom’. Quella con cui la razza padana, oggi tristemente famosa, fece laute plusvalenze sottratte al Fisco”
” La sfida (in Telecom) sia industriale sia finanziaria è tutt’altro che vinta. Ma i risultati ci sono. In un solo anno, per esempio, si realizzano due miliardi di euro di risparmi sui costi. La piramide di controllo è semplificata con la fusione fra Olivetti e quella successiva con Tim”
” certamente non si può dire che non sia un industriale. Ed è forse questo il più grande complimento che gli si possa fare. Di industriali veri ne sono rimasti così pochi. E Tronchetti è convinto, e lo ha più volte sostenuto anche nel suo ruolo di vicepresidente di Confindustria, che un sistema Paese moderno deve far leva su una nuova e solida generazione di imprenditori disposti a innovare e rischiare”.
Ho una foto De Bortoli sul comodino. Mio figlio Ciro, ogni sera, prima di dormire, mi chiede sempre di raccontargli la favola quotidiana di De Bortoli.