foto di richard gillberg
Prima vennero a prendere i precari e tutti furono contenti. Erano bamboccioni che volevano il posto fisso, le ferie e gli straordinari pagati senza assumersi alcun rischio imprenditoriale.
Poi vennero a prendere i lavoratori del settore privato che costavano troppo, erano fastidiosi per la Confindustria. Le aziende si spostarono in Paesi senza diritti sindacali, dove si pensa solo a lavorare. I lavoratori diventarono cassintegrati o disoccupati. Qualcuno, tra i più fortunati, precario.
Poi vennero a prendere gli insegnanti delle scuole pubbliche a decine di migliaia, fannulloni pagati per scaldare la cattedra. Nessuno si indignò, in fondo se l’erano cercata.
Poi vennero a prendere tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Fu bloccato ogni aumento di stipendio, tagliata la tredicesima, sottratto il Tfr e molti vennero licenziati. Non successe nulla. I dipendenti pubblici rimasero in silenzio, si sentivano in colpa per il debito pubblico.
Poi vennero a prendere i futuri pensionati. La data della pensione fu spostata di un anno, poi di due, poi di cinque, poi per sempre. Nessuno reagì. Soprattutto i parlamentari con la pensione (o vitalizio come dice Veltroni) assicurata dopo una legislatura e chi in pensione c’era già. Mors tua, pensione mea.
Ai politici cominciò a scarseggiare il materiale umano per la macelleria sociale. Ma non si persero d’animo. Disponevano ancora di risparmiatori, pensionati e proprietari di case. Le categorie già colpite avrebbero apprezzato di non essere le uniche a pagare la crisi.
Poi vennero a prendere i possessori di titoli di Stato che furono congelati per dieci anni.
Poi vennero a prendere i risparmiatori con un prelievo dal conto corrente.
Poi tornarono a prendere i risparmiatori con la chiusura temporanea delle banche.
Poi vennero a prendere i proprietari di case con un nuovo Ici e la patrimoniale sugli immobili.
Poi vennero a prendere i pensionati togliendogli la pensione.
Poi, visto che nessuno protestava, dichiararono il default dello Stato.
Poi, precari, cassintegrati, disoccupati, insegnanti, dipendenti pubblici, mai pensionati, ex pensionati, risparmiatori, proprietari di casa e, in generale, tutti gli italiani ridotti alla miseria, vennero a prendere i politici. Nessuno protestò.
(*) Liberamente tratto da “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari” attribuita a Bertolt Brecht