Intervista a Antonino Monteleone:
Buongiorno a tutti, prima di cominciare il Passaparola di oggi, voglio dire due parole sul momento politico che sta attraversando il nostro paese. I giornali in questi giorni hanno raccontato quel teatro dell’assurdo che è stata la presentazione ufficiale del Movimento di Responsabilità Nazionale, si tratta del movimento fondato dall’on. Domenico Scilipoti, quest’ultimo è quel parlamentare eletto nelle liste dell’Italia dei Valori che il 14 dicembre 2010, quando si trattò di votare una mozione di sfiducia proposta dai parlamentari del Partito Democratico e di Futuro e Libertà, sentì il richiamo delle sirene berlusconiane e decise di sostenere la maggioranza di governo, spacciando la sua come una scelta di responsabilità e dichiarandosi pronto a sostenere il governo per evitare che il paese cadesse nelle mani degli speculatori finanziari…
Il Movimento di Responsabilità Nazionale(espandi | comprimi)
… all’epoca ricorderete che più di un parlamentare fece un salto della quaglia, un altro parlamentare dell’Italia dei Valori Antonio Razziche a settembre aveva denunciato il tentativo di alcuni esponenti del Popolo della Libertà di convincerlo a cambiare schieramento in cambio del pagamento del mutuo, fu proprio lui, qualche giorno prima del voto in dicembre, a dire testualmente “Antonio Razzi è nell’Italia dei Valori e Antonio Razzi continuerà a stare nell’Italia dei Valori” poi il 14 dicembre ha votato con la maggioranza, ha lasciato il gruppo dell’Idv, si è iscritto al gruppo misto, oggi fa parte della componente Popolo e Territorio, nella quale è confluita anche quella del PID, guidata dal Ministro dell’Agricoltura Saverio Romano oggi indagato a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. È molto curioso quello che è successo a Roma il 21 ottobre scorso perché quello che era chiamato il primo congresso nazionale, in realtà non era un congresso perché, come tutti sanno, nei congressi i partiti votano delle mozioni, compiono delle decisioni, eleggono i propri vertici, decidono la propria struttura organizzativa e anche la linea politica. In realtà Scilipoti ha bluffato anche sulla terminologia, sulla definizione di quella che era la buffa caricatura di un congresso di partito e chi c’era a questo evento? Oltre al sottosegretario all’economia Bruno Cesario, che è un ex esponente del Partito Democratico, eletto nelle liste del Partito Democratico in Campania, già esponente della Margherita, che dopo avere votato la fiducia a maggio scorso è stato premiato, guarda caso con un posto da sottosegretario e con lui tanti altri, oltre a Cesario c’era anche l’on. Antonio Razzi che però ha dichiarato di non far parte delle MRN, ha partecipato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Uno si dovrebbe domandare come mai un Presidente del Consiglio, pure malconcio e poco presentabile di fronte all’opinione pubblica internazionale, decida di partecipare a un evento del genere. Lui l’ha riconosciuto e l’ha detto pubblicamente, devo dire grazie a Domenico Scilipoti perché ha salvato il governo.
La cosa strana è che proprio l’on. Scilipoti il governo ha rischiato di farlo cadere perché, non più di tre settimane fa, di fronte a un voto cruciale che obbligava la Camera dei Deputati a votare e a approvare il rendiconto generale dello Stato, provvedimento già approvato in Senato, Domenico Scilipoti era assente, insieme a altri big del Pdl come Claudio Scajola non ha votato neanche il Ministro dell’Economia Tremonti. È significativo il fatto che proprio Scilipoti, il re dei responsabili avesse mancato un voto così importante. Scilipoti non c’era perché si trovava a Messina perché doveva difendersi dall’accusa di falso in atto pubblico. L’accusa nasce da un vecchio procedimento civile instaurato contro l’on. Scilipoti che nel 1987 aveva commissionato dei lavori di progettazione di uno studio biomedico a un architetto, alcuni che non sono mai stati pagati, però Scilipoti aveva apposto la propria firma a quell’atto, a quell’assegnazione di incarico, questo architetto era anche riuscito a ottenere il pignoramento di alcuni beni nella proprietà di Scilipoti.
Per difendersi da questa accusa e per evitare il pagamento del decreto ingiuntivo, Scilipoti ha prodotto al Tribunale una documentazione falsa che attestava la sua partecipazione in Brasile a alcuni eventi, per questo motivo la Procura di Messina ha chiesto e ottenuto il suo rinvio a giudizio e questo in quel giorno, proprio perché doveva seguire una vicenda processuale che lo riguardava, il Governo è andato sotto e Berlusconi ha dovuto chiedere una nuova fiducia con 316 voti, la maggioranza che come sapete tira a campare! La nostra Costituzione(espandi | comprimi)
In compenso quel voto ha impedito a questa maggioranza di proseguire nella discussione e nell’approvazione del Disegno di Legge sulle intercettazioni che è la clava che si tenta di tirare fuori contro i giornalisti e contro i magistrati ogni qualvolta il nostro Presidente del Consiglio si ritrova a dover fronteggiare delle accuse, spesso molto gravi. Accantonato quel progetto di legge, questa settimana proseguirà l’analisi e la discussione su una proposta di modifica della nostra Costituzione, in particolare la modifica dell’Art. 41 che disciplina dei principi generali che riguardano l’iniziativa economica privata. Il primo comma stabilisce che l’iniziativa economica privata è libera, i due successivi commi dichiarano che ogni iniziativa economica, sia privata che pubblica, ha un valore sociale e che questo valore non può mai essere trascurato, perché è evidente che se un’impresa che assume dei lavoratori punta solo e esclusivamente al profitto, ha già nelle proprie intenzioni di trarre il massimo beneficio economico dalle proprie attività senza la cura del futuro dei dipendenti. In qualche modo sta danneggiando non solo direttamente quei dipendenti, ma indirettamente l’intera economia del paese e ha un impatto sociale molto elevato. Questo governo ritiene che sia un ostacolo all’economia un’altra legge che invece proseguirà il proprio iter al Senato, si parla di una approvazione tra la prima e la seconda settimana di novembre e riguarda la cosiddetta prescrizione breve, ne avrete già sentito parlare, il problema è che questa volta Berlusconi sente il fiato sul collo dei giudici di Milano che lo stanno giudicando nel processo Mills. Un processo strano non fosse altro perché ha subito la battuta d’arresto pesantissima, quasi micidiale del Lodo Alfano, è il processo che ha visto imputati Silvio Berlusconi e l’avvocato Inglese David Mills per il reato di corruzione in atti giudiziari. Grazie al Lodo Alfano fu stralciata la posizione di Berlusconi prima, in attesa che la Corte costituzionale giudicasse quella legge illegittima e quindi ne decretasse l’abrogazione, nel frattempo David Mills veniva condannato in primo grado, condannato in appello e poi la Cassazione stabiliva che il reato era commesso, ma che era intervenuta la prescrizione con buona pace del Tg1. Successivamente è ripreso il processo a carico di Silvio Berlusconi, quindi abbiamo un processo, che si è concluso con una sentenza passata in giudicato, che stabilisce che vi è un corrotto e soprattutto individua nel corruttore il nostro Presidente del Consiglio e adesso comincia il processo a carico del corruttore di Silvio Berlusconi. Se fossi Berlusconi mi preoccuperei molto di più per quello che potrebbe accadere a uno dei miei fedelissimi, non se ne parla da un po’, se ne è parlato soltanto per le vicende relative al caso della cosiddetta loggia P3, ma Marcello Dell’Utri il 29 giugno 2010 è stato condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, e c’è il rischio che se la Cassazione dovesse confermare quella condanna, Marcello Dell’Utri faccia la stessa fine che ha fatto l’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, debba prendere i propri bagagli e recarsi spontaneamente, altrimenti interverrebbe il prelievo coatto presso il carcere di San Vittore. Questo metterebbe un sigillo definitivo a tutte quelle motivazioni della sentenza, in particolare i rapporti con la mafia di Bontade negli anni 70, la presenza di Vittorio Mangano a Arcore, il pagamento del pizzo per le antenne Fininvest in Sicilia o il pizzo per i magazzini Standa a Catania, la costituzione del primo circolo di Forza Italia in Sicilia presso l’Hotel San Paolo, albergo del quartiere Brancaccio controllato dalla famiglia Graviano. La centrale elettrica a carbone(espandi | comprimi)
Molti di voi mi conoscono, vi do altre poche notizie in chiusura, una mi riguarda direttamente, alcuni lettori del blog si ricorderanno di me perché nel giugno 2008 denunciai attraverso questo spazio che mi fu offerto da Beppe il sequestro preventivo del mio blog caso tra i pochissimi in Italia, tra i pochi di fatto al mondo, in cui la magistratura,anziché sequestrare un post che veniva potenzialmente ritenuto diffamatorio nei confronti di un parlamentare che aveva sporto querela, decise di oscurare l’intero blog. A quattro anni di distanza, tutta la vicenda relativa al sequestro, quindi quel provvedimento e la relativa querela, è stata completamente archiviata dal giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria. Sempre in Calabria voglio raccontarvi due episodi di cui si legge poco sui giornali. Il primo riguarda la Città di Crotone, quest’ultima, con poco meno di 100 mila abitanti, è stata per molti anni uno dei centri strategici per l’industria degli idrocarburi italiana. In questa città l’Eni ha costruito e tenuto in piedi un grande impianto la cui dismissione sta provocando grossi disagi nella popolazione, in particolare per quanto riguarda lo smaltimento delle scorie. In questi giorni molti abitanti (la magistratura ha già aperto un fascicolo) hanno denunciato l’installazione di una nuova piattaforma per l’estrazione del gas davanti alla costa. Una delle coste più importanti dal punto di vista paesaggistico per la Calabria, tra le più importanti in Italia perché considerato bene a alta valenza naturalistica. Negli ultimi anni dopo che da Crotone l’Eni recupera oltre il 14% del fabbisogno di gas metano, l’Eni con scarsa comunicazione alle istituzioni locali, ha installato questa nuova piattaforma. Una situazione altrettanto grave si verifica a Reggio Calabria dove un colosso industriale nel mercato dell’energia sta cercando di costruire un grande impianto per la produzione di energia elettrica dal carbone. Parliamo di una centrale elettrica da oltre 1200 megawatt che è una multinazionale Svizzera la Sei, sta cercando di realizzare nel sito della ex Liquichimica, una fabbrica costruita negli anni 70, mai entrata in funzione, simbolo del degrado industriale e del fallimento delle politiche di recupero del mezzogiorno, sarebbe un ottimo progetto se non prevedesse l’uso del carbone che è un metodo di produzione dell’energia elettrica, considerato in tutto il mondo ormai finito, superato. La società che vuole costruire la centrale elettrica sta cercando di sfruttare una norma introdotta con la legge finanziaria di due anni fa, se non erro, che prevedeva che in caso di siti di produzione di energia elettrica, considerati di interesse strategico per la nazione, avrebbero potuto bypassare il parere delle regioni e la società che si sta incaricando della realizzazione della centrale sta utilizzando le tecniche anche di persuasione più subdole, con una massiccia campagna di stampa, capite che per i giornali locali della buona pubblicità proveniente da una multinazionale dell’energia, significano buoni guadagni. L’unico modo che abbiamo noi giornalisti e noi cittadini di impedire che si ripetano abusi nella gestione della cosa pubblica, abusi nei confronti delle popolazioni che non vogliono vedere il proprio territorio sventrato da nuove trivelle per l’estrazione del metano o da centrali a carbone che producono decine di migliaia di tonnellate di anidride carbonica e altre sostanze tossiche ogni anno, è la divulgazione. È il trasferirsi le informazioni attraverso questo grande strumento che è la Rete, quindi l’augurio e anche il titolo di questa rubrica è che tutti possiamo fare passaparola!