Giorgio Bocca ha avuto una vita lunghissima, 91 anni. Con una vita così lunga e un carattere estremo come il suo è facile fare degli errori. Nella sua vita ha preso alcune cantonate ma addebitargli solo quelle, soprattutto la sua posizione giovanile fascista, è una porcheria. A 20 anni nel ’40 erano tutti fascisti, non si può valutarlo solo per qualche articolo scritto allora. Tanto più che pochi anni dopo era tra i partigiani come combattente proprio contro i fascisti e in seguito si oppose al revisionismo di Pansa che voleva equiparare Fascismo e Resistenza. Un’altra cantonata fu travisare la Lega ai suoi albori, poi ne fu aspro critico e sarebbe ridicolo chiamarlo anche leghista. Per un po’ non credette alle BR, ma anche su questo si ricredette. Qualche errore è da scusare, secondo me resta uno dei più grandi e severi giornalisti italiani. Nel 2007 disse: “Morirò avendo fallito il mio programma di vita: non vedrò l’emancipazione civile dell’Italia. Sono passato per alcuni innamoramenti: la Resistenza, Mattei, il miracolo economico, il Csx. Non è che allora la politica fosse entusiasmante, però c’erano principi riconosciuti:i giudici fanno giustizia, gli imprenditori impresa. Invece mi trovo un Paese in condominio con la mafia. E il successo di chi elogia i vizi,i tipi alla Briatore“. Mi dispiace che sia morto.” viviana v., Bologna