Bisogna guardare in faccia la realtà e dirci le cose come stanno. E stanno male, malissimo. Quest’anno sono in scadenza 450 miliardi di euro di titoli pubblici. Un quarto è stato comprato in prevalenza dalle banche italiane grazie a parte del prestito di un miliardo di euro della BCE. Rimangono circa 330 miliardi da piazzare nel 2012 per non fallire. Le banche non prestano più soldi perché devono comprare il debito pubblico per evitare il default del Paese. Per questo non finanziano le imprese. Nel frattempo, come è ovvio, non possiamo creare nuovo debito da finanziare con l’emissione di altri titoli pubblici. E qui arriva la cura di Rigor Montis che tra le due strade possibili: tagliare i costi o aumentare le tasse ha scelto la seconda. Scelta inevitabile. Chi è dentro il Sistema non può riformare il Sistema. Quindi non sono nell’agenda del Governo il taglio delle Province, degli stipendi dei parlamentari, dei finanziamenti ai giornali e ai partiti, delle Grandi Opere Inutili (Gronda di Genova, Tav Val di Susa, EXPO 2015 di Milano, ecc.), dei cacciabombardieri americani, delle “missioni di pace” all’estero, della burocrazia. La manovra di 30 miliardi di dicembre 2011 si sta abbattendo con violenza sulla Nazione con la diminuzione degli stipendi da marzo e gli aumenti dell’elettricità, della benzina e dei generi di consumo. L’IMU e l’aumento dell’IVA aggraveranno la situazione. E siamo solo all’inizio.
Le piccole e medie imprese stanno fallendo per la mancanza di liquidità. E’ una catena di Sant’Antonio. Se non sono pagato dal mio cliente non riesco a pagare il mio fornitore che a sua volta non potrà pagare i suoi fornitori. E il primo a non pagare è lo Stato che deve 100 miliardi alle imprese. Lo Stato non onora i suoi debiti per un semplice motivo: non ha un euro in cassa. La Macchina Italia si sta fermando, chi produce ricchezza chiude la baracca, fallisce, si suicida o va all’estero. I disoccupati aumentano. Il tutto si traduce in una frenata mai vista della spesa e dell’economia. Siamo in recessione e per far ripartire il Paese l’unico obiettivo è rendere più facili i licenziamenti con la “ristrutturazione” dell’articolo 18. Per arrivare alla fine dell’anno Rigor Montis sarà costretto ad altre manovre recessive, ma non basteranno. Le rassicurazioni del trio Monti, Fornero e Passera hanno l’appeal di una colonscopia. Vis pacem, para bellum. Prepariamoci al peggio.