I nostri ragazzi in mutande partono per gli Europei. Sembrano la fotografia dell’Italia tra indagini, avvisi di garanzia e scommesse illecite. I tempi cambiano in peggio. Ieri c’era il saluto beneaugurante del capo del Governo, di uno Spadolini, oggi il viatico del ministro Cancellieri “Giocate, giocate bene e forza Italia“. Più che un augurio sembra una minaccia. Se si esce al primo turno cosa succederà a Buffon per tacer di Bonucci? E’ la prima volta nella storia del calcio che un ministro degli Interni scende in campo preventivamente. La Nazionale, in caso di eliminazione, potrebbe chiedere asilo politico in Ucraina, come avvenne per la Honved dopo l’invasione da parte dei fratelli sovietici nel 1956. Ieri Puskás, oggi Pirlo. Meglio non rischiare. Le Procure italiane fanno più paura dei carri armati russi.
Gli scandali hanno avuto storicamente un potere taumaturgico sui calciatori italiani, si tratta volgarmente di “pepe al culo“. Dopo eventi, come Calciopoli, che avrebbero abbattuto un toro vincemmo i mondiali nel 1982 in Spagna e nel 2006 in Germania. Forse ci fu qualche aiutino come con il Camerun o con l’Australia, ma sono dettagli. Vincere gli Europei significa la prescrizione da parte dell’opinione pubblica di qualunque reato. Senza la vittoria a Berlino nella finale contro la Francia ci sarebbe stato probabilmente un repulisti, un cambiamento dei vertici del calcio italiano. Aria nuova. Invece tutto si è cristallizzato. Vincere perché nulla cambi o soccombere per riformare il calcio? Questo è il problema. Ieri, furbescamente, abbiamo depistato i nostri avversari del girone eliminatorio, Spagna, Croazia e Irlanda con una prestazione contro la Russia da Amici del Cuore con errori difensivi che neppure i pulcini… Ma era solo pretattica di Prandelli. Qui, o si fanno gli Europei o al ritorno gli fanno il mazzo!