Passaparola – Voto di Scambio – Ciro Pellegrino

Voto di Scambio
(07:00)

Chi decide chi va in Parlamento?” In alcune zone del Sud, e da qualche tempo anche del Nord, vige il “Vota Antonio” – “Vota Antonio” di Totò o il paio di scarpe consegnate una prima del voto e l’altra dopo dai tempi dell’armatore Achille Lauro. Il voto si paga, si scambia per beni materiali anche di poca importanza, il voto spesso significa un lavoro a tempo determinato in Comune, in Provincia o in Regione. Il voto, da rappresentanza sociale, è diventato merce. Alla domanda “Chi decide chi va in Parlamento?” la risposta è sempre la stessa: “I soldi“. La redistribuzione di denaro pubblico sul territorio. I proventi della criminalità organizzata. I pacchetti di voti sono la dote degli eletti. La pietra filosofale di una pseudo democrazia. Più sono i voti di cui disponi, più in alto puoi arrivare. Dalla pubblica amministrazione locale, al Parlamento, al Governo. Rimane mitico e imbattibile anche in Corea del Nord il risultato di 61 seggi su 61 alle politiche dell’attuale Pdl in Sicilia. Una coincidenza? Sul voto si basa tutta l’impalcatura democratica della Repubblica eppure nulla è più a rischio del voto. Nei casi, come in Lombardia, in Piemonte e nel Molise per le regionali, la validità del voto è stata messa in discussione, è calato invariabilmente il sipario. Il voto è sacro anche quando è profano e profanato.Soprattutto quando è profanato. Un voto, un lavoro… quanti italiani direbbero di no? Qualcuno promise un milione di posti di lavoro e diventò presidente del Consiglio. Un voto, una presa per il culo. Beppe Grillo

Intervista a Ciro Pellegrino, giornalista

Ritornano sempre (espandi | comprimi)
Ciao a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo, mi chiamo Ciro Pellegrino, sono un napoletano, sono un giornalista e con altri colleghi giornalisti campani ho scritto un libro “Il casalese” che tratta la vicenda di Nicola Cosentino, parlamentare del Pdl, è stato sottosegretario,

Viviamo un’altra realtà (espandi | comprimi)
C’è una cosa che supera i processi, che supera la fase giudiziaria, è l’elemento politico di ragionamento, bisogna sedersi, ragionare e iniziare a dire: “Ma chi ha concesso, chi ha permesso tutto questo se non una certa politica?“.