“Chi decide chi va in Parlamento?” In alcune zone del Sud, e da qualche tempo anche del Nord, vige il “Vota Antonio” – “Vota Antonio” di Totò o il paio di scarpe consegnate una prima del voto e l’altra dopo dai tempi dell’armatore Achille Lauro. Il voto si paga, si scambia per beni materiali anche di poca importanza, il voto spesso significa un lavoro a tempo determinato in Comune, in Provincia o in Regione. Il voto, da rappresentanza sociale, è diventato merce. Alla domanda “Chi decide chi va in Parlamento?” la risposta è sempre la stessa: “I soldi“. La redistribuzione di denaro pubblico sul territorio. I proventi della criminalità organizzata. I pacchetti di voti sono la dote degli eletti. La pietra filosofale di una pseudo democrazia. Più sono i voti di cui disponi, più in alto puoi arrivare. Dalla pubblica amministrazione locale, al Parlamento, al Governo. Rimane mitico e imbattibile anche in Corea del Nord il risultato di 61 seggi su 61 alle politiche dell’attuale Pdl in Sicilia. Una coincidenza? Sul voto si basa tutta l’impalcatura democratica della Repubblica eppure nulla è più a rischio del voto. Nei casi, come in Lombardia, in Piemonte e nel Molise per le regionali, la validità del voto è stata messa in discussione, è calato invariabilmente il sipario. Il voto è sacro anche quando è profano e profanato.Soprattutto quando è profanato. Un voto, un lavoro… quanti italiani direbbero di no? Qualcuno promise un milione di posti di lavoro e diventò presidente del Consiglio. Un voto, una presa per il culo. Beppe Grillo
Ritornano sempre (espandi | comprimi)
Ciao a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo, mi chiamo Ciro Pellegrino, sono un napoletano, sono un giornalista e con altri colleghi giornalisti campani ho scritto un libro “Il casalese” che tratta la vicenda di Nicola Cosentino, parlamentare del Pdl, è stato sottosegretario, è un parlamentare potente, è stato leader del Pdl in Campania e soprattutto ha una particolarità, è stato per lui chiesto l’arresto due volte e l’arresto è stato firmato solamente in virtù del suo status di parlamentare.
Quando ci siamo messi a scrivere questo libro, francamente non sapevamo dove ci portava, quando è uscito siamo stati querelati, citati, è stato chiesto un risarcimento danni di 1.200.000 Euro alla Casa editrice, il sequestro e distruzione del libro. Fortunatamente stiamo andando avanti, stiamo portando il libro in tutte le città italiane. I primi risultati giudiziari ci stanno dando ragione, però il problema è che noi non volevamo scontrarci con questioni giudiziarie, ma volevamo parlare di un tema, il tema della selezione della classa politica in Italia, soprattutto in Campania, al Sud, come si seleziona la classe politica? Chi lo decide? In questo caso narravamo di 20 anni di governo Alleanza Nazionale Pdl ma non solo, anche del centro-sinistra, noi arrivavamo a una conclusione, che la selezione della classe politica era totalmente drogata dalle clientele, dai giochi di potere, da tutto quello che poteva essere la non politica, la trasformazione della politica in un mostro capace di far odiare la politica.
Com’è possibile che tutta la gente che trovate dietro al libro, tutti nomi e cognomi perché abbiamo fatto la scelta di mettere nomi e cognomi, com’è possibile che questa gente nel corso di 20 anni, ritorna sempre, sempre gli stessi? Chi li ha selezionati? Chi ha detto che quelle persone diventavano sindaci, assessori, Consiglieri comunali, Consiglieri provinciali, deputati, parlamentari, parlamentari della Repubblica, leader di partito, come nel caso di Cosentino.
Che si può dire? Ci fa sorridere quando qualcuno alle presentazioni ci chiede: “Ma è vero che ci sono le trattative? Ci sono state trattative nel corso degli anni tra lo Stato e la malavita organizzata?” Noi rispondiamo così, un po’ alla Massimo Troisi, non è che c’è stata la trattativa, perché la trattativa è quando si tratta, là c’è qualcuno che si è arreso, ha alzato le mani e non è la malavita, è lo Stato che ha concesso pezzi di governo, ha concesso, ha dato la governabilità alla faccia nera, all’antistato, alle organizzazioni criminali ma questo non lo diciamo perché siamo pazzi. Lo dicono le carte, elementi giudiziari, le testimonianze dei pentiti, lo dice quello che vediamo tutti i giorni sotto agli occhi, città dilaniate, martoriate, urbanizzate in maniera selvaggia, veleni sversati e penso alla zona del casertano completamente avvelenata. Andiamo a Casal di Principe, a Marcianise e vediamo che lavoro è, chi lo offre e vediamo chi ci guadagna Era la Campania Felix, la responsabilità di chi è? C’è una responsabilità piramidale, politica, sociale, culturale, dei media che per tanti anni sono stati zitti, hanno fatto finta di niente voltando la faccia e preoccupandosi di tutto quello che non doveva essere.
Viviamo un’altra realtà (espandi | comprimi)
C’è una cosa che supera i processi, che supera la fase giudiziaria, è l’elemento politico di ragionamento, bisogna sedersi, ragionare e iniziare a dire: “Ma chi ha concesso, chi ha permesso tutto questo se non una certa politica?“. Questo va ben oltre la vicenda giudiziaria. Se si inizia a ragionare di politica e si iniziano a vedere quei nomi e cognomi scorrere, se si mette su una mappa, si prende un bel foglio e si iniziano a fare i punti e a collegarli sia alla mappa del potere in Campania e in tutte le regioni del sud, si ha la mappa del potere del Mezzogiorno, se lo si fa collegandolo a Roma si ha la mappa del potere che ha avvelenato il Mezzogiorno d’Italia. E’ molto facile perché sono sempre gli stessi nomi, noi ci abbiamo provato, non siamo coraggiosi, non siamo particolarmente eroi. Ci sono una serie di catene di responsabilità che riguardano la politica, la società civile che è stata zitta, anche una certa magistratura, ma è normale che, nonostante ci siano dei magistrati valorosi, coraggiosi, soprattutto nelle mie zone, ci siamo trovati evidentemente qualcuno che è stato troppo zitto o qualcuno che è stato a vedere. Gli stupidi poi hanno conquistato l’Italia, gli stupidi dai piccoli paesi di Provincia, dai figli di contadini, figli di persone umili sono diventati i deputati, i parlamentari, sono diventati i “lorsignori” come li chiamava Fortebraccio, che guadagnano e che guidano e che tengono le fila. Questo potrebbe essere risolto con il taglio ai finanziamenti ai partiti, certo, questo fiume di soldi dove va a finire se non a ingrassare i partiti e le loro clientele? Nelle mie zone è tutto chiarissimo, esistono inchieste che dicono che i soldi di partito andavano nelle tasche, non andavano certo a migliorare la qualità dell’espressione politica italiana, ma andavano nelle tasche dei signori, dei portaborse e di tutta la catena di corte che c’era in quelle zone e si traducevano in voti, in consenso, quindi ci trovavamo i signori 100 mila, i signori 500 mila, i signori 200 mila, i signori 20 mila voti nelle province, nei comuni, nelle amministrazioni locali e poi nazionali. Era normale che queste persone poi hanno fatto carriera quando porti voti, ma quei voti come te li sei guadagnati? Governando bene? No certo, magari avendo un’azienda di famiglia, potenziata con soldi di Stato e da questa azienda di famiglia si dirama una mappa del potere, una forza del potere, una gorgone, una piovra, ma questa è solo una finzione, facciamo finta che abbiamo scherzato, facciamo finta che una cosa del genere Questo libro quando lo sono andato a presentare qualche tempo fa l’ho trovato a Napoli dentro uno scaffale nella sezione Fantasy, mi ha fatto molto riflettere perché ho detto: “Ma forse veramente penso che ci siamo inventati tutto o viviamo un’altra realtà, forse è veramente un’altra realtà, una fantasia“.