Questa è la seconda di tre puntate (leggi la prima puntata) sulla partita che si gioca sulle antenne della RAI controllate tramite RaiWay. Si parla del futuro della televisione (pubblica e privata) e della banda ultra-larga. Andrea Cioffi, capogruppo M5S al Senato, racconta gli interessi e le parti in gioco. Domani sarà pubblicata la terza e ultima puntata con gli ultimissimi aggiornamenti. “Nel suo programma 2012, l’attuale premier diceva chiaramente che occorreva fare una Next Generation Network (fibra fino a casa) pubblica in maniera tale da garantire la vera concorrenza sui servizi con tutti I player che competono a parità di condizioni. P.S. Si ricorda la data limite per inviare la richiesta di certificazione delle liste civiche il 15 marzo per essere sicuri di poter ricevere la certificazione per tempo. Le indicazioni su questa pagina. ____________________________________________________________________ Cerca il banchetto più vicino a te per firmare per la legge di iniziativa popolare che consentirà di indire il referendum per decidere sul futuro dell’euro. Clicca sulla mappa: Il tuo contributo per consentire ai cittadini di scegliere attraverso un referendum se uscire o meno dall’euro è importante:
Nel 2013 Renzi, chiamava ad occuparsi della cosa Raffaele Tiscar, sostenitore di un modello di rete pubblica. Successivamente tira fuori dal taschino il super consulente Andrea Guerra, nel frattempo silurato da Luxottica, che si mette a fare appunto la “Guerra” a Tiscar ed a questo piano di rete pubblica. “Del resto anche quando si occupava di occhiali si occupava di ottica, e quindi andrà bene anche per la fibra ottica” avrà pensato Renzi.
Il testo che è stato portato in consiglio dei ministri è stato edulcorato dallo switch off tra la vecchia rete in rame e la più veloce e moderna rete in fibra ottica di nuova generazione da attuarsi entro il 2030. Telecom Italia si è fatta sentire ed il Governo ha fatto marcia indietro.
Nel testo non si parla di realizzare una rete pubblica a partire dal nucleo di Metroweb attualmente controllata da Cassa depositi e prestiti. La rete in fibra ottica rappresenta, oggi, l’unica infrastruttura non replicabile che si può costruire nel nostro Paese al pari di quelle che furono la rete elettrica, quella del gas, quella ferroviaria e quella in rame a servizio della telefonia.
L’idea che la realizzazione della rete possa essere fatta dai privati (e Telecom Italia è in posizione dominante) non collima con il piano di investimenti approvato dal consiglio di amministrazione dell’ex monopolista: dei circa 3 miliardi di euro previsti per la fibra, solo 500 milioni andranno per la tecnologia Ftth (Fiber to the home), quella che arriva direttamente nelle case. Questa lentezza mal si concilia con i ritardi sull’agenda 2020 dell’Unione europea. Il rilevatore Ookla, navighiamo in media a 9,18 megabit al secondo, in Europa siamo dunque come Grecia, Turchia e Balcani.
Inoltre il piano del governo di utilizzare i fondi disponibili, mediante bandi, per la compartecipazione della spesa alla realizzazione dell’infrastruttura porta al rischio concreto di un accaparramento di risorse. Un andazzo che ha visto sino ad ora la quasi totalità di finanziamenti pubblici intercettati da Telecom Italia. Un caso tipo è quello campano in cui di fronte un costo stimato pari a 175 il ben il 70% è a carico delle risorse pubbliche.
Singolare è il ruolo di Roberto Sambuco, uomo forte del MISE e di Infratel, la società che fa i bandi di gara per assegnare le risorse per la fibra ottica, che oggi è consulente di Telecom Italia attraverso lo studio Vitale & Associati per cui lavora. Il solito conflitto di interessi all’italiana?
In aggiunta a tutto questo c’è da evidenziare un altro punto della connessione tra Telecom Italia e la galassia Mediaset. Se le autorità brasiliane daranno il via alla cessione di GVT (gruppo Vivendi) verso Telefonica, Vivendi diventerà azionista all’8 per cento circa di Telecom Italia. Vivendi è di proprietà di Vincent Bollorè, caro amico di Silvio Berlusconi (peraltro advisor di Telecom nella transazione GVT-Telefonica).” Andrea Cioffi, capogruppo M5S Senato
Alle liste ancora in formazione si ricorda che non possono utilizzare il logo fino a certificazione ricevuta, né possono inviare comunicati agli organi di stampa qualificandosi come lista del Movimento 5 Stelle o facendo annunci pubblici di primarie per conto del MoVimento 5 Stelle.
Agli organi della stampa si ricorda che esiste questa pagina dove poter vedere se una lista è certificata
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