di Nuzia Catalfo e Michele Dell’Orco, capigruppo M5S Senato e Camera
Stamattina abbiamo incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un incontro cordiale e un occasione utile per portare al più alto grado istituzionale le preoccupazioni dei cittadini rispetto a questo delicato frangente della vita pubblica con lo scandalo “Trivellopoli” che si allarga ogni giorno di più e un Governo che risulta sempre più compromesso. Ieri, tra l’altro, il gruppo Ala, dell’impresentabile Denis Verdini – condannato per corruzione e con sei rinvii a giudizio sulle spalle – ha votato la fiducia al Governo Renzi al Senato, dopo averlo già appoggiato in altri voti di fiducia risultando decisivo. In altre parole, Verdini e i suoi sono entrati in maggioranza. Abbiamo quindi chiesto al Capo dello Stato di fare ricorso alle sue prerogative e lui ci ha assicurato che interverrà nei casi previsti dalla Costituzione‘. Ovvero quando i voti di Verdini non saranno aggiuntivi a quelli della maggioranza precostituita ma diverranno sostitutivi di un pezzo di maggioranza. Per noi resta grave l’apporto del gruppo Ala, non solo per la sua composizione fatta di cambiacasacche e portatori di interessi vari (ma sempre propri), ma perché è un appoggio stabile e non occasionale.
Con il presidente abbiamo anche parlato della lotta alla corruzione, convenendo tutti che si tratta di una delle priorità del Paese. Così come prioritari sono un piano per l’energia e lo sblocco delle infrastrutture nel Meridione d’Italia: in questi ambiti abbiamo apprezzato il fatto che per il Capo dello Stato il lavoro del MoVimento 5 Stelle nelle camere risulta molto utile. Il presidente, infatti, stima quanto stiamo facendo notando come siamo il gruppo più attivo e più presente in Parlamento.
Infine abbiamo condiviso la preoccupazione sulla ricorso continuo alla decretazione d’urgenza da parte del Governo, mentre i progetti di legge restano incagliati in commissione e superati dai provvedimenti dell’esecutivo, come sta avvenendo, ad esempio, con il reddito di cittadinanza in Senato. E siamo soddisfatti che per il sommo garante dell’ordine costituzionale le mozioni di sfiducia siano sacrosante.