Ve lo ricordate lo schema della Bad-Bank all’italiana? Le famose sofferenze bancarie venivano divise in tre tranche: la prima “Senior” sicura, le altre “Mezzanino” e “Junior” altamente rischiose. Il celebre Fondo Atlante avrà il compito (oltre a quello di salvare BPVi e Veneto banca) di iniziare lo smaltimento dei crediti deteriorati nelle banche italiane di cui vi abbiamo già parlato. Il problema è: da dove arrivano i soldi che “nutrono” il Fondo Atlante, con cui si vorrebbe nascondere la polvere delle banche sotto il tappeto? Ebbene, potrebbero arrivare dai fondi pensione. Utilizzeranno i risparmi dei cittadini (inconsapevoli) per tappare il buco, attraverso un sistema orchestrato a tavolino con la Banca d’Italia. Ad oggi, gli unici soldi liquidi a disposizione di Atlante sono, appunto, quelli a fini pensionistici: Poste Vita, Cassa Depositi e Prestiti, Cattolica, Generali, Allianz. Il Ministro Pier Carlo Padoan deve assolutamente rispondere di questa totale follia e, in caso non fosse fondata, smentirla pubblicamente. Nel più breve tempo possibile.
Come vi sentireste se i vostri fondi pensione fossero usati per l’aumento di capitale della Banca Popolare? Siamo andati oltre il bail-in e lo facciamo mascherando un sistema che, analizzando le carte sulla vicenda BPVi, sappiamo essere stato orchestrato in maniera strategica con la connivenza di grandi aziende, dirigenti della banca stessa e Banca d’Italia.
Come facevano questi signori a dimostrare la solidità della Popolare di Vicenza? Compravano milioni di Euro di azioni rivendendole pochi mesi (o qualche giorno) dopo. Così si dimostrava agli azionisti che il bilancio era solido. Peccato fosse tutta una facciata. Il caso emblematico è rappresentato da Palladio Finanziaria. Quest’ultima ha acquistato 320 mila azioni a dicembre (per un valore di circa 10 milioni di Euro), per poi rivenderle a stretto giro. Va anche ricordato che la Popolare di Vicenza aveva congelato la vendita delle azioni per tutti i piccoli azionisti. E qui arriviamo al secondo esempio emblematico: la piccola Banca IBL ha richiesto di acquistare una parte della Popolare di Vicenza, la PrestiNuova. Per potervi accedere il management veneto ha chiesto di dimostrare serietà all’investitore: doveva comprare 180 mila azioni a fine anno (in prossimità del bilancio). Passa dicembre e la Popolare di Vicenza si rimangia la parola, avendo però incassato la vendita delle azioni. Banca IBL denuncia il sistema alla Banca d’Italia, che di contro non muove un dito. I suoi dirigenti sono quindi perfettamente a conoscenza, da tempo, del meccanismo di truffa che sottende la BPVi: per questo devono rassegnare in modo immediato le dimissioni.
Queste sono le domande a cui Pier Carlo Padoan deve urgentemente rispondere:
– Per i fondi pensione e assicurazioni: si investono i soldi degli azionisti (e quindi se perdono, perdono gli azionisti) oppure i soldi degli assicurati e dei pensionati (e quindi se perdono, perdono gli assicurati e i pensionati)?
– IVASS (parte di Banca d’Italia, con a capo Salvatore Rossi) ha permesso alle assicurazioni di usare le riserve tecniche per questi investimenti nel Fondo Atlante? Se sì, perché?
#PadoanRispondi, chi nutre il Fondo Atlante?