Oggi il M5S spegne la prima candelina del microcredito alle imprese. È passato un anno esatto dal primo finanziamento erogato grazie al fondo di garanzia che i nostri parlamentari hanno prima attivato grazie ad un emendamento, e poi alimentato di mese in mese tagliandosi le indennità. La festa del microcredito è oggi in sala Koch del Senato della Repubblica. Trasmettiamo qui, sul Blog delle Stelle, a partire dalle 10 la diretta streaming dai negozi, dalle imprese e dai capannoni industriali di tutta Italia che sono nati o sono stati finanziati grazie al nostri risparmi.
Il microcredito alle imprese è il nostro orgoglio e lo festeggiamo con tutti gli onori del caso. Attraverso la collaborazione con associazioni e ordini professionali abbiamo messo a disposizione dei cittadini il supporto gratuito di commercialisti e consulenti del lavoro, e dopo aver sollecitato il sistema bancario, possiamo ora garantire quasi 10.000 sportelli bancari, pronti ad accogliere le richieste dei cittadini in tutta Italia (www.microcredito5stelle.it). Il fondo di garanzia per il microcredito finora non ha ancora pagato perdite. nessuna garanzia statale è stata quindi incassata. A fronte delle 1852 pratiche di microcredito accolte, allo stato attuale, solo 1 azienda è inadempiente. Il microcredito è partito lentamente ma oggi conta una media di 300 operazioni al mese. 10/14 domande al giorno con punte massime di 37. Si stima in base a questa tendenza che per la fine del 2016 avremo superato i 4.000 microcrediti. Un successo totale e senza precedenti storici.
Per l’occasione, domani festeggeremo anche il 5° Restitution Day, giusto per ricordare che ai 17,5 milioni di euro risparmiati finora, 16 dei quali confluiti nel fondo per il microcredito, se ne aggiungeranno molti altri di qui alla fine della legislatura.
Come abbiamo fatto ad alimentare il fondo? Molto semplice. Non abbiamo aspettato la legge, ma ci siamo autoimposti di fare politica con meno soldi possibile, da subito. E ce l’abbiamo fatta. In particolare:
– Ci siamo più che dimezzati l’indennità lorda. Da 11.281 euro a 5.000 euro, vale a dire circa 3.000 euro netti
– Abbiamo restituito la parte della diaria (3.500 euro) non spesa, rendicontando per filo e per segno quella spesa
– Lo stesso abbiamo fatto per i rimborsi delle spese di mandato. Altri 3.690 euro rendicontanti, se spesi, altrimenti restituiti
– Ci siamo impegnati a restituire il Tfr, chiamato indennità di fine mandato. Si tratta di circa 50.000 euro incassati a fine legislatura. Chi non rispetterà l’impegno non potrà più candidarsi con il M5S
– Abbiamo rifiutato le indennità per la cariche aggiuntive, come la vicepresidenza della Camera, la presidenza e la vicepresidenza delle commissioni, la carica di questore. Per queste cariche, in alcuni casi, è prevista anche l’auto blu. Anch’essa rifiutata, naturalmente
Sommando ai 17,5 milioni di euro così accumulati i 42,7 milioni di euro di finanziamenti elettorali rifiutati, possiamo dire di aver risparmiato in tre anni più di 60 milioni di euro. Se lo facessero tutti i partiti potremmo risparmiare e reinvestire nell’economia 300 milioni di euro ogni legislatura. Aspettare che i partiti ci seguano di loro spontanea volontà è inutile. Quindi abbiamo presentato a Grasso e Boldrini la nostra proposta per il taglio degli stipendi di tutti i parlamentari. Ora non hanno più scuse. In alto i cuori!