A che serve una sala di lettura blindata dove i cittadini vengono restano fuori dalla porta? A nulla. È un contentino, la solita democrazia-fuffa.
Il M5S ha chiesto a gran voce, più e più volte, che il testo del TTIP fosse messo a disposizione per essere letto da tutti. Lo scorso 22 dicembre abbiamo fatto un blitz alla Farnesina per verificare a che punto fosse l’iter di approvazione, e poi lanciato un mailbombing all’indirizzo della Commissaria Ue, Cecilia Malmstrom, che ne aveva promesso l’apertura entro un paio di settimane addirittura lo scorso 26 novembre. Centinaia di cittadini hanno chiesto alla Commissaria di mantenere la sua promessa.
In seguito, abbiamo operato attraverso atti parlamentari per sollecitare il Governo a mettere a disposizione il fatidico testo (dall’indagine conoscitiva al Senato, all’interrogazione parlamentare alla Camera), in appoggio alle pressioni di tantissime sigle che hanno riunito la società civile sotto l’unico ombrello della Campagna Stop TTIP – Italia.
L’istituzione della sala di lettura alla fine è arrivata, qualche giorno fa, presso il ministero dello Sviluppo Economico. E’ stata comunicata con una sterile lettera riservata ai capigruppo delle forze politiche di Camera e Senato, mentre in Germania i parlamentari hanno potuto consultare il testo del TTIP già mesi fa.
Una vittoria? Certo, ma solo parziale: nel tentativo di continuare a mantenere segreti gli aspetti più contrastati dell’accordo, quelli che mettono a repentaglio la sicurezza alimentare, ambientale e sanitaria, nella sala di lettura è vietato fotografare, registrare e persino prendere appunti. Inoltre, è vietato l’accesso ai giornalisti e naturalmente anche a tutti i cittadini. Per il M5S tutto ciò è assurdo: ci batteremo ancora, perché chi lo desidera possa conoscere i contenuti di un trattato che sconvolgerà la nostra economia.
Invece, questa democratica Unione Europea continua a pretendere che solo pochi conoscano la verità, e quei pochi obbediscano sempre ad un’unica regola: “Taci, il nemico ti ascolta”. Il nemico, ovviamente, siamo tutti noi cittadini.