di MoVimento 5 Stelle Europa
Il Giappone riprenderà la caccia alle balene. Nel piano di catture presentato dall’Agenzia nazionale per la pesca è previsto l’abbattimento di circa 4.000 esemplari in 12 anni. Uccidere anche una sola balena significa compromettere l’equilibrio dell’ambiente marino e della catena alimentare. Questi massacri sono inutili e non servono all’uomo. L’Europa deve intervenire con le armi della diplomazia. Il portavoce Marco Affronte è in prima linea al Parlamento europeo nel tutelare il mare, tutte le sue specie e nel costruire una politica comune della pesca che sia più equa per i pescatori e sostenibile per le risorse marine.
di Marco Affronte
Le balene non sono mostri spaventosi alla Moby Dick o figure narrative come quella usata in Pinocchio. Le balene sono mammiferi la cui presenza nei nostri oceani è essenziale per l’equilibrio dell’ambiente marino e per la catena alimentare. Sono inoltre esseri dotati di intelligenza, dai comportamenti complessi e dall’elevata socialità. Proteggerle è nostro preciso dovere. Abbiamo questa responsabilità, e non possiamo permettere a nessuno di travalicare le regole che la Comunità Internazionale s’è data.
L’Agenzia Giapponese per la pesca ha avanzato un piano di catture che prevede l’abbattimento di circa 4.000 balene nei prossimi 12 anni. La scusa è quella della ricerca scientifica! La Commissione internazionale per la caccia alle balene (IWC, International Whaling Commission) di cui fa parte anche il Giappone è nata 70 anni fa per regolare questa attività. Nel 1982 viene firmato un trattato per una moratoria per la caccia commerciale, rafforzato nel 1986 con un divieto di caccia alla balena. Tale divieto è però puntualmente aggirato principalmente da Giappone e Norvegia.
I giapponesi, in particolare, continuano a sfruttare la clausola del trattato che consente di catturare alcuni esemplari per ragioni scientifiche. Se non bastasse la logica a chiarire che 400 balene all’anno non servono per la scienza, ci ha pensato anche una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia in cui viene definita questa pratica inaccettabile e ingiustificabile. Questa sentenza impone al Giappone di interrompere la strage di balene nell’Oceano Antartico e sostiene che la caccia alle balene non ha fini scientifici, ed è di fatto, illegale.
Perché il Giappone caccia le balene? La carne di balena non fa più parte della dieta giapponese: secondo l’Istituto giapponese di ricerca sui cetacei, nel 2014 delle 1.200 tonnellate importate, ben il 75% è rimasta invenduta! Sembra quasi che la questione sia diventata di principio: il Giappone ha forti tradizioni e la caccia alla balena è un rito che risale fin al XII secolo che si vuole tramandare. C’è, inoltre, dietro una questione politica: alcuni partiti politici preferiscono tenersi buona la potente lobby dei balenieri.
La caccia alla balena costituisce una violazione del diritto internazionale e minaccia la tutela della biodiversità e degli ecosistemi marini. Anche in vista della sua candidatura per il Consiglio di Sicurezza del 2016-2017, il Giappone dovrebbe dare il buon esempio e desistere da ogni azione contraria al diritto internazionale. Le Istituzioni dell’Unione Europea devono alzare di più la voce e usare tutti gli strumenti diplomatici in loro possesso per salvare questi mammiferi”.