di MoVimento 5 Stelle
Con TAV e Terzo Valico mafie, corruzione e disinformazione viaggiano ad alta velocità. La ndrangheta si è infiltrata dietro ai movimenti “Si Tav” , quelli che tanto piacciono a Governo, partiti e grande industria, con l’obiettivo di aggiudicarsi lavori per il “Terzo Valico” Genova-Milano.
Lo ha spiegato il procuratore della DDA di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho esponendo i dettagli dell’inchiesta ‘Alchemia‘ che ha portato all’arresto di 42 persone: “abbiamo importanti riscontri riguardo gli appalti che dimostra come i clan fossero attivi sul fronte del Si’ Tav’ “. “Dalle intercettazioni rileviamo l’interesse degli imprenditori prestanome della cosca a sostenere finanziariamente il movimento Si Tav per creare nell’opinione pubblica un orientamento favorevole per quell’opera. Una strategia mediatica raffinata” ha aggiunto il procuratore Gaetano Paci.
Nel corso dell’inchiesta è stato richiesto l’arresto anche del deputato Giuseppe Galati (ALA) e del senatore Stefano Caridi (Gal). Per quest’ultimo, è la seconda richiesta d’arresto in meno di una settimana. “Il senatore Caridi è il riferimento della ndrangheta non solo della cosca Gullace-Albanese” hanno spiegato i magistrati. Particolari agghiaccianti.
Per quanto riguarda il “Terzo Valico“, opera che il Movimento 5 Stelle da sempre contesta nel merito, secondo il magistrato le cosche hanno utilizzato “mediaticamente i gruppi Sì Tav infiltrandoli con i propri affiliati per dare rilievo alla causa. Questo per inquinare gli appalti pubblici con proprie imprese”.
Le imprese edili e di movimento terra riferibili alla cosca avrebbero acquisito anche appalti dalla cooperativa rossa emiliana ‘Coopsette’, attraverso la corruzione di dipendenti infedeli che assegnavano le commesse a seguito dell’approvazione di preventivi «gonfiati».
Una vera e propria strategia d’inquinamento dell’economia e dell’informazione.
E’ in questo contesto che si sono svolti anche espropri illegittimi di terreni come quelli perpetrati a Pozzolo Formigaro (Alessandria). Azioni d’imperio avvenute solo in seguito a qualche foto dei tenici Cociv, senza svolgere la chiama dei proprietari mentre alcuni di loro non hanno nemmeno ricevuto la notifica dell’esproprio.
Sarebbe bastato ascoltare Comitati e associazioni che da anni si battono sul territorio per proporre alternative sostenibili al “Terzo Valico”. Opera quest’ultima che è un enorme spreco di denaro pubblico che nemmeno l’Europa vuole più finanziare, una bomba ecologica a orologeria per la presenza di amianto come riconosciuto anche dal Tar nel silenzio assordante delle istituzioni.
Finché le amministrazioni pubbliche non saranno in grado di monitorare con efficienza appalti pubblici e subappalti, evitiamo di alimentare il banchetto di mafie e corruzione con le cosiddette “Grandi Opere“. Concentriamoci, sempre nella massima trasparenza di appalti e subappalti, sulle piccole e medie opere di manutenzione del territorio che danno immediato sollievo ed
una risposta efficace alle esigenze dei cittadini.