di Gianni Girotto, M5S Senato Da molto tempo denunciamo i chiari legami tra la politica del Governo e le lobby dell’energia fossile. Abbiamo chiamato senza fortuna a “Chi l’ha visto” per avere notizie del cosiddetto “Green Act” annunciato da Renzi con il primo tweet del 2015. La verità è che il Governo, attraverso severe restrizioni al settore della generazione distribuita di energia elettrica, continua a favorire un sistema basato sulla generazione centralizzata, con grandi impianti che utilizzano come combustibili il carbone, il petrolio e il gas. Questo indirizzo obsoleto è il frutto di una struttura lobbistica potente, che rappresenta scelte tecnologiche del passato e cerca di difendere gli spazi di mercato dall’avanzare dell’innovazione impiegata sul territorio nazionale con gli interventi per la riduzione del consumo di energia, l’autoconsumo e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il M5S ha in mente un modello decentralizzato di conversione energetica, con ricadute positive in termini economici ed occupazionali, ambientali e sanitari con la riduzione dell’emissioni in atmosfera. Dopo le numerose iniziative del M5S a favore della generazione distribuita, arriva in nostro supporto anche la segnalazione all’Autorità per la Concorrenza e il Mercato (AGCM), che risponde alle nostre denunce finalizzate alla rimozione degli ostacoli per la realizzazione delle reti elettriche private (sistemi di distribuzione chiusi-SDC), presentate con altri colleghi nel dicembre 2015. Ma che cosa sono i SDC? In breve, sistemi di distribuzione elettrica per tutti gli utenti di un particolare sito industriale, commerciale o di servizi. Per esempio si potrebbe dare la possibilità a tutti i negozi di uno stesso centro commerciale, oppure a tutti gli uffici pubblici (scuole, palestre, musei) o privati dislocati attorno ad un impianto rinnovabile, di consumare l’energia prodotta sul posto, anziché prelevarla dalla rete elettrica nazionale come le regole di oggi impongono. Ed ecco che finalmente l’AGCM ci sostiene bacchettando Parlamento, Governo e Autorità per l’Energia. Afferma infatti che gli “ostacoli all’esistenza di reti private definiscono una discriminazione a favore del modello dominante di organizzazione del sistema elettrico, basato sulla centralizzazione della generazione di energia elettrica in impianti di grandi dimensioni e sulla trasmissione e distribuzione attraverso reti pubbliche dell’elettricità e dell’unità di consumo, che riflette per lo più le scelte tecnologiche compiute nel passato e non favorisce l’evoluzioni delle reti verso nuovi modelli di organizzazione del sistema elettrico che possono utilmente contribuire al raggiungimento degli obbiettivi generali di convenienza dell’energia per gli utenti, innovazione, sicurezza e sostenibilità finanziaria del sistema elettrico nazionale, oltre che di tutela della concorrenza“. Ma non è tutto: nelle conclusioni l’AGCM chiede al Presidente della Commissione Industria del Senato Mucchetti, al Presidente del Consiglio Renzi, al Ministro per lo Sviluppo economico Calenda, e all’Autorità per l’Energia di rivedere al più presto la normativa riguardante gli SDC “volta a consentire la realizzazione di nuovi reti elettriche private diverse dalla Riu e ad eliminare ingiustificate limitazioni alla concorrenza tra differenti modalità organizzative delle reti elettriche e tra differenti tecnologie di generazione“. Se accolta, la modifica richiesta non solo rimuoverebbe l’ostacolo per lo sviluppo di un modello energetico decentrato ma determinerebbe effetti positivi che sarebbero diversi e immediati per i consumatori e le imprese. Riduzione dell’inquinamento, abbattimento dei costi della bolletta elettrica, risparmio di energia e maggiore concorrenza tra i piccoli produttori e i giganti energetici. Su questo argomento, su proposta anche delle Associazioni ambientaliste, dei consumatori e delle attività produttive nel settore green, avevamo chiesto in commissione Industria al Senato di intervenire con le modifiche presentando un emendamento nell’esame del ddl concorrenza. Dopo una lunga resistenza, finalmente lunedì pomeriggio l’emendamento sarà votato in commissione. Vedremo se il Governo Renzi e la maggioranza parlamentare, anche davanti all’evidenza del “favore al modello dominante di organizzazione del sistema elettrico” segnalato dall’AGCM, avrà il “buon senso” di cambiare.