di Rosa D’Amato, MoVimento 5 Stelle Europa
L’Italia ha bisogno di un piano che metta al sicuro le case degli italiani. Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, ha stimato che il 75% degli immobili in Italia non rispetta alcun criterio antisismico. Questo dato impone una risposta eccezionale. Non si deve più morire per un terremoto. Se i soldi per la ricostruzione non ci sono (come ha documentato Barbara Lezzi), quelli per la prevenzione invece ci sono. Una parte (ben 2,3 miliardi di euro) li mette a disposizione l’Unione europea: l’obiettivo tematico 5 della programmazione 2014-2020 dei fondi di coesione (fondi FESR più FEASR) sono dedicati alla prevenzione e alla gestione dei rischi sismici. Il resto lo si attinge dal cofinanziamento nazionale obbligatorio che, per l’obiettivo tematico 5, ammonta a poco più di 1 miliardo di euro. In passato il piano casa serviva a condonare le case abusive dei furbetti, il Movimento 5 Stelle vuole mettere in sicurezza le case degli italiani.
Oggi le regole europee impediscono che i fondi di coesione siano utilizzati per ricostruire le case dei privati. Un governo serio si farebbe rispettare in Europa e, vista la drammatica situazione che investe tutto il Paese, chiederebbe regole nuove e in sintonia con i bisogni del Paese. Gli enti locali targati Pd e centrodestra hanno il record europeo di sprechi, ritardi e frodi. Il loro è un fallimento pianificato perché la ‘corsa alla spesa’ dei fondi europei porta a progetti fantoccio e interventi d’emergenza che avvantaggiano come sempre gli imprenditori amici. Il Movimento 5 Stelle propone un capillare piano di interventi di prevenzione volto alla ristrutturazione del patrimonio edilizio italiano con criteri antisismici.
di Rosa D’Amato
“In Italia la cultura della prevenzione non esiste. Fare prevenzione significa costruire e ristrutturare con rigidi criteri antisismici. L’Europa mette a disposizione 2,3 miliardi di euro per mettere in sicurezza gli edifici strategici (scuole, ospedali, ponti, patrimonio culturale) ma anche per realizzare sistemi di prevenzione e allerta precoce. Per non disperdere queste risorse in mille rivoli, serve un piano di pochi semplici punti che preveda la massima trasparenza possibile sui meccanismi di appalto e sui successivi lavori.
Per liberare questi fondi bisogna spezzare però le catene dei vincoli di bilancio imposti da Bruxelles. L’Europa sarà sempre matrigna se non concede lo scorporo dal Patto di Stabilità dei fondi strutturali. Molti Comuni non possono usarli perché, a causa dei tagli, non hanno a disposizione i fondi per il cofinanziamento. Le regole europee ostacolano, così facendo, l’erogazione dei fondi che l’Europa stessa mette a disposizione. È assurdo!
La prevenzione deve essere una priorità di governo ed enti locali e invece le quattro Regioni coinvolte nel sisma (Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo) hanno previsto in sei anni appena 93 milioni di euro in riduzione del rischio sismico. Analizzando il programma operativo della Regione Umbria si scopre che per la giunta amministrata dal Pd non è “prioritario” difendere il proprio territorio dal rischio sismico: i fondi previsti sono oggi pari a ZERO! Queste quattro Regioni devono subito rinegoziare con la Commissione europea gli accordi di partenariato. Gli obiettivi negoziati nel 2014 sottostimavano e sottovalutavano il rischio terremoto. Bisogna investire di più nella prevenzione.
E i Comuni coinvolti nel sisma? Analizzando la programmazione 2007-2013 si scopre che ad Accumoli gli unici fondi europei investiti riguardano i progetti di formazione, ad Amatrice gli stanziamenti sono andati a una scuola che poi è crollata, a Montereale i progetti previsti ammontano a 2,3 milioni ma nessuno è destinato alla riduzione del rischio sismico, Pescara del Tronto non risulta nemmeno nella lista dei Comuni che hanno utilizzato i fondi di coesione.
In Italia serve una classe dirigente nuova che metta il rischio terremoto come obiettivo prioritario e che si faccia rispettare in Europa. Per mettere in sicurezza le case degli italiani servono fondi e cittadini onesti. Non propaganda!” (di Rosa D’Amato)