di Luca Bergamo assessore alla crescita culturale di Roma
Mi chiamo Luca Bergamo e sono l’assessore alla crescita culturale, nominato dalla prima sindaca di Roma Capitale: Virginia Raggi. Negli ultimi quattro anni, quattro anni e mezzo, ho vissuto all’estero e ho fatto il segretario generale di Culture Action Europe che è la più estesa rete europea del settore culturale. Ho iniziato occupandomi di progettazione della conoscenza e del software con incursioni di intelligenza artificiale.
Poi tanti anni fa ho lavorato alla riorganizzazione del Comune, alle prime politiche giovanili che furono fatte a Roma, dove inventai, insieme ad altre iniziative di successo, quella forse più nota: si chiamava Enzimi, per cercare di liberare il mattatoio di Testaccio che era stato occupato per anni e abbandonato, occupato da uffici e pezzi del Comune in modo più o meno abusivo e svolgerci la prima biennale dei giovani artisti per poi consegnare finalmente le chiavi alla facoltà di Architettura, che oggi sta lì e ha reso insieme alle altre attività il Mattatoio di nuovo un posto vivibile delle città.
Una delle responsabilità enormi che ci troviamo noi oggi, addosso, è quella di restituire alla nostra città il posto che può avere nel mondo, e questo non per una questione di prestigio, ma perché questa è una condizione per consentire ai cittadini di Roma di vivere felicemente la propria città.
Ciascuno di noi ha il diritto di partecipare alla vita culturale, di godere dell’arte e dei benefici del progresso scientifico. Ecco questi sono i diritti a cui una politica culturale della città deve rispondere perché questi diritti devo essere goduti da ciascuno e non solo nei centri storici, ma nelle periferie, negli angoli più remoti della città: dobbiamo essere gli interlocutori di questa città, della città fatta di persone che hanno diritto di partecipare alla vita culturale e anche di sperimentarla in quanto creatori, di quelli che professionalmente o hanno la speranza di farlo professionalmente, cercano spazi, coordinamento, relazioni con altri operatori professionali.
La cura che porta anche il godimento dell’arte è una cura in cui i cittadini stessi, sto parlando dei comitati di quartiere, di gruppi di caseggiato, devono e possono avere una responsabilità. Ci saranno tanti ostacoli di carattere giuridico perché è una cosa complicata, però io penso che noi potremo superarli e superandoli, rimetterne all’interno della vita di ciascuno di noi, dei pezzi di storia, degli spazi verdi, delle cose che abbiamo abbandonato che stanno andando a sfacio, attraverso un esercizio collettivo.
Personalmente penso di essere una delle pochissime persone al mondo che ha la fortuna di fare questo lavoro: è un dono che non capita a molti e intendo onorarlo ogni secondo dall’inizio alla fine. Governare significa governare con i cittadini, governare con le persone che hanno altri incarichi istituzionali, governare dando riconoscimento e forza alle persone che lavorano nell’amministrazione comunale: perché ciò che facciamo deve durare oltre noi.