di MoVimento 5 Stelle Europa Cosa sta succedendo esattamente in MPS? Il fatto più incredibile è che nessuno lo sa. Probabilmente nemmeno quelli che stanno gestendo o cercando di gestire il salvataggio dell’istituto senese. Vi avevamo spiegato che il Governo ha avuto delle incredibili carte da giocare al fine di cambiare le sorti “bancarie” del Bel Paese, ma ha deciso di passare la mano per inginocchiarsi a lobby e ad altri amici a cui non fare dispetti. Ora il groviglio di Monte dei Paschi è diventato, letteralmente, una bomba ad orologeria. Con il premier impegnato nel disperato tentativo di caricare il timer per ritardare l’esplosione dopo il referendum costituzionale. Tutto è male ciò che finisce male, perché forse qualcuno si è dimenticato che ci sono milioni di risparmiatori italiani con il fiato sospeso, non più disposti a bersi le balle del Premier (che qualche giorno tornava a ribadire il risanamento di MPS). Il Fondo Atlante (1 e 2) è un altro mistero, ora sembrerebbe che le casse previdenziali (leggasi le pensioni degli italiani) si vogliano smarcare. Verrebbe da dire per “insufficienza di prove”, dato che il fantomatico piano è tenuto chiuso nelle segrete del castello. La BCE e le altre istituzioni europee, dal canto loro, sono più spaventate del Primo Ministro. Sanno bene che, dopo la Brexit, far saltare una banca sistemica della Zona Euro vorrebbe dire distruggere la credibilità dell’Unione Bancaria e manifestare il modo in cui la moneta unica (soprattutto i vincoli che si porta dietro) sia uno strumento inadatto a gestire questo tipo di scenari. La cosa certa, però, è che si ricalcherà il copione utilizzato coi quattro istituti di credito già saltati. Ovvero, questo gigantesco ammontare di sofferenze – si parla di quasi 30 miliardi di Euro, una cifra che supera la Legge Finanziaria – verrà cartolarizzato e reimmesso sul mercato con tre tranche: la “senior” (quella garantita dallo Stato), la “mezzanina” (rischiosa) e la “junior” (ancora più rischiosa). Tuttavia, quale sarà il prezzo delle sofferenze, chi le comprerà e in che modo verranno impacchettate, rimane l’ennesimo punto di domanda. Sullo scenario si staglia la figura della JP Morgan, che sembrerebbe essere stata chiamata in causa dal buon Matteo per rastrellare le Senior con un prestito ponte. Solo quelle, naturalmente, perché grazie alla garanzia statale di Cassa Depositi e Prestiti non si rischierebbe nulla. Sempre a patto che esistano sul pianeta terra almeno due agenzie di rating disposte a dare una valutazione alla tranche. Se tutto dovesse funzionare, Monte Paschi dovrà rastrellare soldi (tanti) per il suo aumento di capitale. Il tutto avverrà, come calcolato, dopo il referendum di ottobre. Oggi, però, non ci si vuole ancora pensare: un atteggiamento assolutamente irresponsabile. Perché già si paventa l’ipotesi di un nuovo bail-in o, peggio ancora, dell’intervento dell’ESM (il Fondo Salva-Stati), che vorrebbe dire consegnare il Paese nelle mani della Troika. Cosa ancor più incredibile nell’atteggiamento del Governo – che evidentemente punta solo a “blindarsi” nelle stanze dei bottoni – è la totale mancanza di ricettività e di proposta di qualsivoglia soluzione. Nessuno, ad eccezione del Movimento 5 Stelle, parla dell’importanza di una vera separazione bancaria e dell’avere una banca pubblica. Nonostante tutto, sono troppo impegnati a fare calcoli politici e di poltrona piuttosto che risolvere i problemi del Bel Paese e dei suoi cittadini. Questa è, definitivamente, la cosa più triste. Il commento di Marco Valli, portavoce M5S in Europa: “Il piano di Governo e BCE su MPS annuncia un’operazione ponte di 6 mesi poco chiara e poco credibile. L’unica cosa chiara in tutta la faccenda è che vogliono prendere tempo. Non si possono permettere che il vaso di Pandora venga scoperchiato prima del referendum sulle riforme costituzionali. Si potrebbe turbare troppo l’opinione pubblica, soprattutto dopo gli schiaffi pensanti presi alle recenti amministrative“.