di Franco Berrino
Il modo in cui ci nutriamo è direttamente collegato all’insorgenza o meno di patologie croniche. Non è più pensabile, al giorno d’oggi, non avere un alto grado di consapevolezza e conoscenza del cibo che mangiamo, specie se dobbiamo nutrire anche dei bambini. Per questo motivo vi invito a seguire il Corso di cucina online “La prevenzione a tavola” a cui ho preso parte: è una specie di assicurazione sulla vita perché cucinare seguendo regole corrette è un modo per curare eventuali patologie che purtroppo già abbiamo, ma soprattutto per prevenire quelle future e per avvicinarci alla prospettiva di rimanere sani anche nella vecchiaia.
L’alimentazione nelle scuole
Le mense scolastiche e gran parte delle mense aziendali, purtroppo seguono delle indicazioni di massima che arrivano dal Ministero della salute, che sono drammaticamente obsolete. Uno dei problemi principali è l’eccesso di proteine che noi offriamo ai nostri bambini. Più proteine diamo da mangiare ai nostri bambini e più aumenta il rischio che diventino dei bambini obesi. Numerosi studi lo hanno dimostrato in un modo che oggi credo sia inequivocabile. Per cui, bisogna sollecitare le autorità ministeriali, le autorità scolastiche a rivedere queste raccomandazioni, a riconsiderarle. La cosa importante è che ci sia una varietà di cibo vegetale nell’alimentazione scolastica, mentre questa varietà non c’è mai. Ci sono quasi esclusivamente pomodoro e patate e un po’ di insalata. Ma perché queste cose siano accettate dai bambini bisogna prepararle a regola d’arte, bisogna associarle a una operazione culturale nei confronti dei bambini stessi, coinvolgendoli nella pianificazione della preparazione del cibo.
Mi rendo conto che non si possano cambiare le cose da un giorno all’altro in un modo radicale, ma c’è una raccomandazione internazionale di basare l’alimentazione sui cereali non industrialmente raffinati, o almeno non completamente raffinati. Quindi il pane bianco non va bene nelle scuole. Mentre vanno introdotti i legumi, le verdure, una varietà di verdure non amidacee (le patate hanno anche loro delle caratteristiche interessanti, però non devono essere la verdura principale) e la frutta. Le regole sono queste, si tratta di essere creativi nell’inventare delle strategie culinarie che siano apprezzate dai bambini.
Purtroppo i bambini hanno la tendenza a rifiutare tutte le cose nuove, quindi bisogna fare in modo che per loro le cose non siano nuove. Occorre lavorare anche sull’alimentazione delle famiglie, aumentare la cultura delle famiglie e fare in modo che i bambini possano accettare le cose nuove, magari coinvolgendoli nella preparazione del cibo. è di prepararle con loro. Il sogno rimane quello del ritorno delle cucine nelle scuole, e non delegare tutto a dell’outsourcing.