di Daniela Donno, M5S Senato
Abbiamo la convinzione che le bambine e le adolescenti di tutto il mondo abbiano più che mai bisogno di essere protette, sostenute e aiutate a diventare le protagoniste del loro futuro. Per questo il MoVimento 5 Stelle ha presentato una mozione in Senato per impegnare il Governo ad adoperarsi in tutte le sedi nazionali e internazionali con atti concreti, e con politiche efficaci, contro i matrimoni forzati. La nostra mozione a mia prima firma è stata approvata e con essa le nostre richieste: incoraggiare le denunce da parte delle spose bambine, vittime di violenza e abusi garantendo loro l’anonimato.
Abbiamo chiesto di incentivare con le Organizzazioni governative, e le ONG, un efficace piano di educazione per gli adolescenti sui diritti e l’affettività. È importante, e lo abbiamo sottolineato nella nostra mozione, che vengano varati più seri provvedimenti per contrastare la violenza contro le donne e le discriminazioni di genere, che sono il terreno fertile dove proliferano violazioni dei diritti umani e di quelli dell’infanzia. Ricordiamo che vi sono già dei precetti espressi con la Convenzione di Istanbul e con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo: è doveroso che vengano applicati da tutti i Paesi. Non è un impegno impossibile e non c’è altro tempo da perdere, perché alle bambine nessuno possa più togliere la libertà di vivere la loro infanzia, di studiare, e di crescere diventando donne consapevoli e realizzate.
Nel mondo vi sono oltre 15 milioni di spose bambine che ogni anno nel mondo si uniscono in matrimonio con uomini adulti, molto più grandi di loro. E altrettante ragazze diventano madri tra i 15 e i 19 anni, mentre 1 milione di bambine partoriscono ancora più giovani, e circa 3 milioni di ragazze sotto i 20 anni abortiscono illegalmente, rischiando gravi conseguenze per la salute. Lo dicono i rapporti di Save the children, Terre des Hommes, persino l’Onu. Non è facile essere bambine, essere adolescenti e persino donne, oggi, in molti paesi del mondo. In India, Somalia, Bangladesh, Niger, Repubblica Centrafricana, Mali, Sud Sudan, Guinea e Malawi, i matrimoni forzati sono una consuetudine. Si celebrano contro la volontà delle ragazze, spesso cedute dalla famiglia in cambio di una dote, a volte rapite dai miliziani in territori di guerra, stuprate e rese schiave. Bambine condannate a essere spose, anziché andare a scuola, a essere madri anziché figlie, a bruciare la loro infanzia a causa della povertà, della fame, persino delle tradizioni del loro Paese. Questo non deve più accadere.