intervento di Filippo Nogarin, sindaco M5S di Livorno, all’ANCI Colleghi Sindaci d’Italia e cittadini italiani, voglio iniziare questo mio intervento citando una frase che è parte integrante del concetto che proverò a strutturare. “In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un pò le teste. Tutto il resto …la bellezza per la bellezza, non mi interessa!” Dario Fo La missione dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani sarebbe è quella di proteggere i nostri 8000 municipi da tagli indiscriminati e burocratizzazioni che rendono un inferno la vita dei cittadini. Questa missione è fallita. Con l’arrivo del Governo Renzi, qualcuno aveva sperato che la retorica del sindaco dei sindaci, potesse porre fine a questa carneficina. Non è andata in questo modo. Solo fra 2014 e 2015 abbiamo sborsato 3,8 miliardi con cui è stato anche finanziato il famoso decreto degli “80 euro“.
Tra il 2010 e il 2015 ai Comuni italiani sono stati tagliati 12 miliardi di euro. Con la scusa del “patto di stabilità” e sempre minori trasferimenti dello Stato centrale, si è inferto un colpo letale ai servizi essenziali dei cittadini: scuole, servizi sociali, pulizia urbana, trasporti, manutenzioni. Non siamo nelle condizioni di poter dare un tetto a chi in inverno si trova a dormire al freddo.
La Corte dei Conti ci dice che solo tra il 2008 e il 2015, gli enti locali si sono indebitati per 19 miliardi di euro, con un indebitamento netto che arriva a 40 miliardi di euro. E ce ne saremmo fatti una ragione se almeno i fondi sottratti fossero serviti a rilanciare l’economia, ma vi ricordo che abbiamo il Pil inchiodato, siamo il Paese che cresce di meno in tutta l’Unione Europea, con 9 milioni di persone sotto la soglia di povertà relativa e 380 imprese che chiudono ogni giorno.
Credo che nessuno possa capirlo meglio di noi. In troppi in nome della comune appartenenza politica dimenticano che i Comuni sono l’istituzione del cittadino, la più vicina, la più prossima, quella a cui la gente chiede servizi dovuti, sacrosanti vista la pressione fiscale a cui sono sottoposti – servizi che non possono essere più assicurati perché in questi anni non abbiamo alzato la testa come dovevamo.
Presidente De Caro, non se la prenda se non l’abbiamo votata, ma non possiamo darle fiducia con questi precedenti. A noi quest’Anci così come è adesso non piace. E crediamo che lei ne rappresenti la continuità e non la discontinuità che in molti si aspettano.
L’Associazione nazionale comuni italiani ha smarrito la sua vocazione originaria e forse anche la propria anima. Sono i fatti a confermarcelo.
Siamo ormai diventati una sorta di liquidatori fallimentari dei Comuni, come molti dei presenti siamo chiamati a lavorare sulle ceneri che ci lasciano. E potete capirmi quando vi dico che con enorme fatica e sacrificio riusciamo a risanare e li facciamo ripartire.
Cosi come sono state governate le città, in questi anni è stata governata anche l’Anci.
Questa associazione è diventata lo specchio degli stessi mali del Paese e oramai eredita un peso che è parte del risanamento che VOGLIAMO VEDERE ADESSO!
O si fa pulizia all’interno di questa associazione o i comuni 5 stelle se ne vanno.
O si smette di avere questo costosissimo atteggiamento subalterno nei confronti del Governo o ce ne andiamo.
Vanno eliminate le sacche di spreco ci chiedono in continuazione di fare efficientamento e poi abbiamo 20 sedi in tutta Italia con ufficio di presidenza, segreteria generale, dipartimenti e revisori dei conti più la sede nazionale.
E va chiesto subito un cambio di rotta nella prossima legge di bilancio:
– consentire ai comuni di avere tutte le informazioni utili e necessarie per redigere e approvare il bilancio di previsione entro il 31 dicembre. Anticipare al 31 ottobre 2016 la comunicazione delle assegnazioni a valere sul Fondo di solidarietà comunale per il 2017;
– escludere dal vincolo del pareggio di bilancio delle spese per la messa in sicurezza di edifici scolastici e per le opere di mitigazione di rischio idrogeologico, previa perizia tecnica che ne attesti il potenziale rischio come condizione necessaria per disporre della risorsa;
– includere per l’anno 2017 del Fondo pluriennale vincolato fra le entrate valide ai fini del pareggio di bilancio, al netto della sola quota derivante dal debito;
– dare priorità allo sviluppo delle economie locali, reperendo risorse per autorizzare e compensare l’inserimento, fra le entrate valide ai fini del pareggio di bilancio dei comuni per il 2017, dell’avanzo di gestione;
– riaprire le procedure di rinegoziazione dei mutui a favore dei comuni, come già previsto nella legge di stabilità 2015 per le province, le città metropolitane e le Regioni (articolo 1, commi 430 e 537 della legge 23 dicembre 2014, n. 190) ed estendere anche ai comuni la possibilità di utilizzare le risorse derivanti dalle operazioni di rinegoziazione senza vincoli di destinazione (vedi la disposizione di cui all’articolo 7, comma 2 del D.L. 78 del 2015, all’epoca disposta per gli enti territoriali, province e città metropolitane);
– eliminare per gli anni 2017 e 2018 il contributo ai saldi di finanza pubblica a carico dei comuni adottato con l’articolo 47 del D.L. 66/2014, (successivamente rimodulato dall’articolo 1, comma 451, lett. b), L. 23 dicembre 2014, n. 190, legge di stabilità per il 2015, e pari a 563,4 milioni annui , che vengono direttamente decurtati dal Fondo di solidarietà comunale).
– risolvere e gestire i problemi delle dotazioni organiche dei comuni (precari, stagionali e blocco turnover) derivanti dai limiti del pareggio di bilancio, fermo restando il rapporto dipendenti-popolazione inferiore al rapporto medio dipendenti-popolazione per classe demografica, definito con decreto del Ministro dell’interno.
– chiediamo un intervento per risolvere la problematica delle “tesorerie comunali“, in quanto i comuni rilevano difficoltà ad ottenere condizioni vantaggiose e le gare di aggiudicazione o vanno deserte oppure sono assegnate a condizioni onerose per i comuni.
– l’eliminazione della Tasi sulla prima casa ha determinato per i comuni una riduzione di entrate, che non è stata compensata integralmente con il contributo dello Stato.
Presidente, noi saremo i vostri controllori.
Presidente chiederemo conto di ogni centesimo che verseremo in questa associazione nell’interesse del cittadino e dei servizi che quotidianamente ci troviamo ad voler erogare e non a dover erogare.
Chiediamo che un sindaco possa avere una responsabilità diretta sulla trasparenza dell’associazione e che ne renda conto negli organi dell’associazione.
C’è un bilancio preventivo dell’Anci e una stabilità da discutere vogliamo essere presenti alla discussione e vogliamo poter incidere sulle scelte del futuro di questa associazione altrimenti ce ne andremo in blocco. Il suo prossimo banco di prova è la legge di bilancio 2017 che il governo varerà in queste ore. Vogliamo rappresentare tutte le istanze dei comuni dal più grande al più piccolo affinché questa associazione rappresenti tutti i comuni italiani a prescindere dalle logiche di appartenenza.
Questo è il nostro sostegno propositivo a questa associazione in cui crediamo se saprà esprimere questo cambiamento.
A noi interessa soddisfare appieno i bisogni dei cittadini.
Auguro a tutti un buon lavoro.