di Elio Lannutti, presidente Adusbef
Le bozze del D.L. sul bilancio, con 105 articoli e 116 pagine, piene di incognite, mance elettorali e ulteriori proroghe e rinvii, oltre alle consuete regalie a banchieri ed assicuratori con l’Ape (l’anticipo pensionistico) che costringe i lavoratori che hanno versato 40 anni di contributi, ad indebitarsi con le banche con mutui ventennali per andare in pensione, sottoscrivendo costose polizze vita a favore delle assicurazioni, contiene uno spudorato finanziamento di 97 milioni di euro a favore dei golfisti della Ryder Cup.
Parafrasando Maria Antonietta d’Asburgo, vedova del Re di Francia Lugi XVI, (ghigliottinata a Parigi il 16 ottobre 1793 a Place de la Révolution, oggi Place de la Concorde), che riferendosi al popolo affamato, durante una rivolta dovuta alla mancanza di pane, avrebbe affermato: «S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche»- «Se non hanno più pane, che mangino brioche», stanziare 97 milioni di euro per sollazzare gli amanti dello sport dei ricchi, il Golf, significa offendere tante famiglie con giovani disoccupati a carico, le cui condizioni di vita sono peggiorate, con le politiche economiche degli ultimi anni.
Oltre all’Ape (art. 26), che anticipa la pensione con un prestito corrisposto a quote mensili per dodici mensilità dalle banche, la cui restituzione: “avviene a partire dalla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia, con rate di ammortamento mensili per una durata di venti anni, coperto da una polizza assicurativa obbligatoria”, con il governo che istituisce un fondo di garanzia di 70 milioni di euro nel 2017, per aiutare le compagnie nel caso il pensionato tiri le cuoia prima di aver estinto le somme anticipate dalla banca, vengono stanziati 648 milioni di euro fino al 2021 per il sostegno del fondo esuberi di categoria del settore bancario, con (174 milioni di euro per il 2017; 224 per il 2018, 139 per il 2019, 87 milioni di euro per il 2020, 24 milioni di euro per il 2021, per accompagnare alla porta circa 25.000 bancari in esubero.
L’Art. 99 della bozza, riserva una ulteriore futura stangata all’aumento dell’Iva da 15,1 miliardi di euro, introdotto dal governo Renzi che doveva scattare dal 1 gennaio 2017, prorogandola di un anno, con il rincaro di ben 3 punti dal primo gennaio 2018 e un ulteriore 0,9% dal 2019, clausole di salvaguardia che lo stesso governo si era impegnato ad abrogare. Recita infatti l’art.98 (Collaborazione volontaria):
1. Le maggiori entrate per l’anno 2016 derivanti dall’articolo… del decreto-legge …., sono quantificate nell’importo di 1.600 milioni di euro.
2. Qualora sulla base delle istanze presentate ai sensi dell’articolo …., comma …, del decreto-legge n. …, risulti che il gettito atteso dai conseguenti versamenti non consenta la realizzazione integrale dell’importo di cui al comma 2, alla compensazione dell’eventuale differenza si provvede:
a) per il 50 per cento mediante incremento, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da emanare entro il 1 settembre 2017 e a decorrere dal 10 settembre 2017, delle accise di cui alla direttiva 2008/118/CE del Consiglio del 16 dicembre 2008;
b) per l’ulteriore 50 per cento con riduzioni di spesa disposte ai sensi dell’articolo 17, commi da 12 a 12-ter della legge 31 dicembre 2009, n. 196. 3. Il Ministro dell’economia e delle finanze riferisce senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause dello scostamento e all’adozione delle misure di cui al presente comma 3.”
Art. 99. (Eliminazione aumenti accise ed IVA per l’anno 2017)
1. Al comma 718 dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) alla lettera a), le parole “1° gennaio 2017” sono sostituite dalle seguenti: “1° gennaio 2018”;
b) alla lettera b), le parole “di due punti percentuali dal 1º gennaio 2017 e di un ulteriore punto percentuale dal 1º gennaio 2018” sono sostituite dalle seguenti: “di tre punti percentuali dal 1º gennaio 2018 e di ulteriori 0,9 punti percentuali dal 1° gennaio 2019”.
Se confermata, una legge di bilancio indigesta, per milioni di famiglie tartassate e saccheggiate.