di Luigi Di Maio
In un Paese in cui abbiamo quasi il 40% di disoccupazione giovanile, permettere l’esistenza della retribuzione a cottimo significa lanciare i ragazzi verso lo schiavismo. Questo non è lavoro.
Ci sono due cose da dire: da una parte serve una modifica della legislazione sul lavoro per tutelare chi lavora, quindi quel tipo di contratto non può tornare in essere; dall’altra parte è anche vero che l’impresa deve avere un livello di tassazione decente per riuscire ad affrontare il mercato e per questo basta combattere la corruzione, drenare i 15 miliardi di euro all’anno che prendiamo dalla lotta alla corruzione e trasferirli sulla piccola e media impresa che ha problemi di tassazione.
Certo, non è facile. Ma se si fanno le leggi anticorruzione che hanno solo il nome “anticorruzione” e dentro hanno l’esatto contrario – perché le fanno fare a Denis Verdini e Angelino Alfano – è normale che poi non si contrasta la corruzione in questo Paese.
Se vince il No
Prima di tutto voglio rispondere al Premier Renzi quando parla di accozzaglia. Lui che sta con le banche, lui che in questo momento sta con Verdini, Alfano e Confindustria, parla di accozzaglia da quest’altra parte? La cosa che non deve fare il Premier, è pensare che i cittadini che votano No si riconoscano in questi partiti che sostengono il No. Il No è un movimento di cittadini, poi ci sono anche forze politiche. Se vince il No, Renzi ha detto che non ci sarà più il suo Governo, quindi cadrà l’esecutivo. E noi chiederemo al Presidente della Repubblica di andare a nuove elezioni. Se si deve fare una legge elettorale, per il pasticcio che ha fatto il Pd con l’Italicum alla Camera e il Consultellum al Senato, noi siamo disponibili. Ma abbiamo la nostra idea, loro ne hanno fatte due e sono incostituzionali.