Il 2 novembre 2016, Repubblica Palermo titola così: “‘Le mie arancine non pagate’. Lo chef del raduno di Palermo fa causa ai 5 stelle“. Firma del giornalista? Non pervenuta. In sostanza, nell’articolo si insinua che il MoVimento 5 Stelle non ha tenuto un comportamento corretto nei confronti di un fornitore di arancine ingaggiato per l’evento di Palermo.
L’articolo riporta ampi virgolettati di questo signore che addirittura annuncerebbe una causa nei nostri confronti per la restituzione del presunto maltolto. Tanto che Repubblica Palermo si lancia in una previsione delle sue: “Quelle quattromila arancine vendute agli attivisti nei giorni di Italia “5 stelle” – scrive – rischiano di costare più care del previsto all’organizzazione grillina“.
Una previsione alla Fassino, verrebbe da dire, visto che questa storia delle arancine più che costare cara al M5S, rischia di costare cara proprio a Repubblica Palermo, che ha raccolto una voce senza effettuare la benché minima verifica. Il comitato organizzatore che presiedo ha infatti sottoscritto un contratto con un Consorzio di produttori locali che a sua volta ha provveduto ad assegnare gli spazi presenti all’interno dell’area ristoro in base alle singole specificità alimentari. Il Consorzio è stato pagato immediatamente dopo la conclusione dell’evento, come è nostra abitudine. Il Consorzio, quindi, ha stipulato autonomo (ripetiamo: autonomo) contratto con il Sig. Giuseppe Roberto Lombardo, produttore delle arancine.
Ma tant’è, per Repubblica Palermo evidentemente bastava che qualcuno infangasse il 5 Stelle, bastava trovare una persona qualsiasi pronta a gettare discredito nei nostri riguardi e della manifestazione. Questo è il modo di lavorare di alcuni giornalisti. Ma non di tutti, sia chiaro. Perché, ad esempio, in questo caso sappiamo che lo stesso commerciante aveva provato a chiamare anche Striscia la Notizia, che invece a differenza di Repubblica ha verificato le accuse, compreso che tra noi e l’arancinaro non c’era alcun rapporto e che quindi le sue eventuali pretese economiche dovevano essere indirizzate verso il soggetto con cui noi avevamo il contratto di fornitura servizi, suo appaltatore.
Ora, sempre a Repubblica Palermo che nel suo pezzo sottolinea come il caso rischia di “causare un nuovo danno d’immagine al M5S“, suggeriamo accortezza e professionalità. Non fatevi prendere dalla frenesia del falso scoop. Abbiate rispetto del vostro mestiere, ma soprattutto abbiate rispetto dei vostri lettori. Qui l’unico danno d’immagine lo ha ricevuto il vostro giornale, dimostrando scarsa credibilità.