di Beppe Grillo Caro Matteo, stai girando come un piccolo gerontofilo a caccia di anziani per talkconfronti televisivi. Ti piacciono gli anziani come padri e come vittime immaginarie: sei contemporaneamente gerontofilo e gerontofobo. Sei così abituato a farti dare ragione per sfinimento che vorresti confrontarti con noi grandi vecchi sino al giorno del giudizio, quello che tu vivi come giorno del giudizio: ma perché? Non mi metterai lì come Zagrebelsky o De Mita. Non mi faccio accostare o aggiungere in questa risibile passerella. Mi hai fatto rimanere anche un po’ male sinceramente, non mi sento uno di loro. Però le rughe ce le ho! La tua retorica lattante non è per me, perché non è per il Paese, non SERVE AL PAESE! Facciamo così
Tu credi che mettere in fila degli anziani a discutere con te possa darti quel prestigio che ti manca in modo soffocante, sino al tormento interiore. Ma è il Paese che sta soffocando! Continui a dimenticarlo… credo non ti abbia mai preoccupato. Credi, come un bambino, che giocare con i grandi ti faccia crescere, ma no… sono regali che non meriti.
Vuoi confrontarti in TV? Abbiamo un vicepresidente della camera bello giovane, pronto a sopportarti. Io non ti lascio lì a dire panzane senza darti un taglio secco, lo sai bene, lo ho già fatto nello streaming.
Se mi vuoi mi trovi in piazza, tra la gente, per rispetto del mio habitat naturale. Si Matteo… in mezzo alla gente, non quelli che ti porti dietro come un venditore di vasellame. Ti proteggo io Matteo, e poi sai… dal palco le rughe si vedono meno, da li e’ la credibilità ad essere regina. Il palco e’ curioso sai? Una macchina della verità. Dovresti provarla qualche volta, aiuta a sentirsi e vedersi con gli occhi della gente e aprirebbe i tuoi di occhi.