di MoVimento 5 Stelle
Il MoVimento 5 Stelle questa sera in Aula alla Camera chiederà ufficialmente al governo di compiere una “comunicazione” in Parlamento sugli eventi sismici che stanno sconvolgendo l’Italia centrale.
Così come ribadiamo la nostra piena disponibilità a collaborare per compiere tutte le azioni utili per sostenere le popolazioni colpite, allo stesso tempo chiediamo che lo stesso spirito muova l’azione del governo. Fino ad oggi però così non è stato: Renzi ha chiesto unità nazionale e disponibilità ma, alla prova dei fatti, fino ad ora si è mosso senza informare o interpellare le altre forze politiche.
Per questo riteniamo che il governo debba venire in Parlamento a riferire quale sia l’attuale situazione in quei territori, quali le azioni messe in campo e, soprattutto, chiarire alcuni aspetti su cui si rende necessaria un spiegazione ufficiale.
Stiamo parlando in particolare delle spese e degli stanziamenti per il post-terremoto. Da settimane assistiamo a una trattiva sotterranea tra Palazzo Chigi e Bruxelles sullo 0,2% di flessibilità nel rapporto deficit Pil per le spese da destinare al sisma. La cifra in questione è pari a 3,4 miliardi.
Il governo italiano mentre a parole chiede i soldi a Bruxelles, nei fatti li toglie dalla legge di Bilancio appena approdata in Parlamento.
Infatti per il sisma troviamo:
600 milioni sul credito di imposta (fondi spalmati su più anni) finalizzato alla ricostruzione
400 milioni per le ristrutturazioni con criteri antisismici
300 milioni per la sicurezza degli edifici scolastici.
Più altre poche briciole per l’emergenza immediata. In buona sostanza, non arriviamo a 1,5 miliardi e, dunque, mancano all’appello circa due miliardi. 2 miliardi non bruscolini!
Il governo ha il dovere di spiegare ai cittadini se quei soldi ci sono davvero e per cosa sono stati impegnati.
Altro punto fondamentale: gli ultimi eventi sismici hanno mostrato in modo clamoroso come l’Italia si trovi in una condizione critica a carattere permanente. A situazione strema serve una risposta estrema: realizzare un piano nazionale di messa in sicurezza e costruzione antisismica.
Si tratta di un’operazione gigantesca ma necessaria per interrompere la catena di morti e distruzioni nella quale il nostro Paese precipita ciclicamente. Un’operazione di questa portata ha bisogno di finanziamenti ingenti e per questo il nostro Paese deve chiedere a Bruxelles di poter ottenere lo sforamento del rapporto deficit Pil non solo per quest’anno, anche per quelli a venire.
I terremoti non possono essere previsti esattamente o prevenuti, ma le conseguenze sì ed è quello su cui dobbiamo intervenire. L’economia deve essere al servizio dei cittadini, non viceversa. Quello di cui l’Italia ha bisogno è un intervento che sia al contempo emergenziale e strutturale: le due cose non possono essere separate.