di MoVimento 5 Stelle
Nel dibattito politico di questi giorni si parla di tutto e di più ma non della cosa più importante: la legge di Bilancio che il Governo Renzi ha approvato al Senato con l’ennesima fiducia. Renzi ha blindato la sua manovra a deficit, lasciando così al prossimo Presidente del Consiglio il peso di tutta la flessibilità spesa in questi anni in marchette elettorali e bonus inefficaci. Ci aspetta un anno durissimo, che deriva dalla totale irresponsabilità del Governo.
Se Renzi avesse speso il deficit aggiuntivo in investimenti produttivi, abbassamento strutturale delle tasse sulle imprese e sostegno al reddito delle famiglie disagiate saremmo in tutt’altra situazione, ma oggi l’economia cresce la metà che nel resto d’Europa e i conti pubblici ne pagano le conseguenze. La ricetta dell’Unione Europea è sempre la stessa: tagliare, tagliare, tagliare. Il prossimo Governo tecnico dovrà quindi riportare l’Italia nel recinto del Fiscal Compact distruggendo i bonus improduttivi di Renzi e tagliando sanità, scuola, enti locali, sussidi di disoccupazione, pensioni.
A questa nuova ondata di austerità c’è una sola alternativa: un governo politico a guida M5S, che decida di reperire le risorse necessarie non da nuovi tagli allo stato sociale ma da sprechi, corruzione e deficit produttivo, ripudiando se necessario i folli trattati europei che ci strozzano dal 2008 e approvando la misura più urgente per il Paese: un reddito di cittadinanza condizionato per aiutare le moltissime famiglie in difficoltà e reintrodurle al lavoro.
L’unica soluzione per evitare un nuovo Governo al guinzaglio di Bruxelles è il voto popolare, il più presto possibile. Sta al popolo italiano decidere se farsi guidare da un altro Governo tecnico o da un Governo politico, non ai partiti o ai burocrati europei.
La voce dell’opposizione è stata ignorata prima e dopo il voto referendario, nonostante le promesse del Governo:
– non si farà nulla della stabilizzazione dell’ecobonus fino al 2020 proposta dal M5S e promessa dal Governo prima del voto
– nessun accordo con l’Anci e i Comuni ormai sul lastrico, dopo anni di tagli ai trasferimenti statali
– nessun progresso sulla ricostruzione delle aree terremotate
– nessuna accelerazione degli investimenti produttivi
Al voto! E senza scuse, la legge elettorale c’è già. E se i parlamentari non maturano la loro pensione d’oro chi se ne frega!