La BCE non concede altro tempo al sistema bancario italiano. Monte Paschi di Siena può essere ora salvata solo da un aiuto dello Stato, in modo da non applicare il bail-in ai piccoli risparmiatori come successo un anno fa. Questo intervento dev’essere fatto a deficit, come da sempre ripete il Movimento 5 Stelle e come, finalmente, sembra si stia discutendo a livello istituzionale. Non è il momento di avere paura dell’Unione Europea e di una possibile procedura d’infrazione: le conseguenze di un bail-in disordinato sarebbero a dir poco disastrose, quasi apocalittiche considerando le dimensioni di MPS. Abbiamo il dovere di applicare l’articolo 47 della Costituzione italiana e di battere i pugni sul tavolo a Bruxelles, altri Paesi come Francia e Spagna lo hanno già fatto “fregandosene” dei problemi sul deficit. Un Governo legittimato dal popolo l’avrebbe fatto anche nel caso di Banca delle Marche, CariFerrara, Banca Etruria e CariChieti. Le ipotesi nemmeno troppo remote di chiedere aiuto al meccanismo diabolico del MES – il famigerato fondo salva Stati – equivarrebbe a commissariare l’Italia e a consegnarci nelle mani della Troika. L’Italia ha impegnato quasi 60 miliardi nei piani europei di salvataggio, venire commissariati per una cifra inferiore alla metà di cui necessità oggi il nostro sistema bancario sarebbe paradossale. I cittadini italiani non se lo meritano, così come non si sono meritati 1000 giorni di propaganda di uno dei peggiori Governi della storia che, in eredità, ha lasciato solo macerie. Il Movimento 5 Stelle al Governo applicherà concretamente l’art.47 in ogni forma possibile, affinché i risparmiatori siano finalmente protetti. Il caso delle 4 banche saltate e della successiva applicazione del bail-in è da considerarsi un tradimento della carta costituzionale messo in atto dai vecchi partiti, che prima hanno votato questa norma in Europa e poi l’hanno recepita in Italia.