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di Edoardo Zanchini, vice presidente Legambiente
Tra pochi giorni sarete chiamati a votare su un altro punto del Programma energetico del Movimento 5 Stelle. Nel programma si spingono le fonti rinnovabili come alternativa alle fonti fossili, per salvare il Pianeta. Ma le fonti rinnovabili hanno bisogno di accumulare energia ad esempio quando il solare non produce, l’eolico non ha abbastanza potenza dal vento, oppure c’è poca acqua. E’ fondamentale comprendere il ruolo che può svolgere l’accumulo di energia, quindi lo stoccaggio. Il quesito che vi verrà proposto è:
Quali impianti di stoccaggio dell’energia bisogna prediligere?
a. Grandi impianti di pompaggio
b. Locali
c. Domestici
Che cosa è lo stoccaggio?
E’ la possibilità di accumulare energia elettrica e poi utilizzarla nei momenti in cui c’è più bisogno. Analizziamo tre diverse possibilità di accumulo di energia elettrica, che è bene capire nelle loro differenze.
1) Grandi impianti di pompaggio: impianti di pompaggio di energia idroelettrica che si trovano normalmente in aree montuose. Consistono in una centrale di energia idroelettrica che nei momenti in cui non viene utilizzata l’energia elettrica, ricarica l’acqua, permettendo di produrre energia quando ce ne è maggiore bisogno. I grandi impianti di pompaggio hanno un problema di gestione: sono in concessione ai grandi gruppi energetici, che invece di utilizzare gli impianti nell’interesse generale, li utilizzano in base alla convenienza dei mercati.
2) Impianti di stoccaggio locali: dimensione legata ai territori e alla rete di distribuzione. Ci sono importanti opportunità legate a una gestione efficiente di energia elettrica prodotta in ambito regionale, ad esempio, che con l’accumulo può essere utilizzata e gestita meglio.
3) Impianti di stoccaggio domestici: riguardano le famiglie, riguardano ognuno di noi all’interno della propria abitazione. L’uso che un cittadino può fare degli elettrodomestici, degli usi elettrici e nella produzione che viene dalle rinnovabili. Ad esempio: noi possiamo avere un impianto solare legato a una rete locale, dentro casa, a cui sono collegati tutti gli impianti che utilizzano energia elettrica e poi un impianto di stoccaggio casalingo. Quale è il grande vantaggio di questa prospettiva? Un cittadino all’interno della propria abitazione, può diventare sempre più autonomo e indipendente dal prendere energia dalla rete.
Entriamo ora nel merito dei tre diversi tipi di stoccaggio su cui si può investire nei prossimi anni.
1) Grandi impianti di pompaggio – pro e contro: si intendono gli impianti idroelettrici collegati a bacini di pompaggio. In Italia questi impianti ci sono, vengono gestiti molto poco durante le giornate e anche nel corso dell’anno perché ad oggi evidenziano un conflitto d’interessi. Sono di proprietà dei grandi gruppi energetici che scelgono di utilizzarli quando è conveniente: ovvero quando guadagnano di più dalla vendita di energia elettrica e quando non si fanno concorrenza da soli. Il problema è che questi impianti sono di proprietà pubblica, sono di proprietà dello Stato. C’è bisogno di una prospettiva che faccia in modo che questi impianti siano gestiti nell’interesse generale. C’è bisogno di spingere verso le rinnovabili e fare in modo che questi impianti producano energia quando ce n’è bisogno per la collettività e per favorire le rinnovabili. Lo Stato dovrebbe riappropriarsi di questi impianti e gestirli in modo differente.
2) Impianti di stoccaggio locali pro e contro: reti di distribuzione sui territori che includono impianti a fonte rinnovabili che immettono energia in rete e impianti di accumulo che subentrano in aiuto per gestire dinamiche come la diminuzione di produzione di energia solare, eolica, idroelettrica o biomasse. I vantaggi sono che questi impianti si possono legare a reti territoriali di distribuzione, evitando quei momenti in cui le rinnovabili producono anche troppo e necessitano di essere staccate dalla rete, permettendo una gestione efficiente. Gli svantaggi di questi impianti di medio livello oggi non sono economici. Esistono grandi investimenti per ridurre i costi ma non sono tanti i Paesi in cui si sta investendo in questa direzione. Noi potremmo essere il primo Paese che investe in questa direzione, costruendoci anche una prospettiva industriale.
3) Impianti di stoccaggio domestici pro e contro: parliamo della generazione distribuita ovvero quello che riguarda i milioni di impianti che si possono realizzare in tutte le case, anche nelle piccole e medie imprese, nei negozi, in una logica distribuita, in cui l’impianto di stoccaggio è legato direttamente a un impianto da fonte rinnovabile. Questo è possibile, perché si realizza una rete locale a cui si collegano direttamente tutti gli elettrodomestici che utilizzano energia (computer, riscaldamenti e raffrescamenti) e un impianto da fonti rinnovabili (il più semplice è quello solare, perché si istalla sul tetto della casa) e poi un impianto di stoccaggio, che in questo caso, funziona proprio quando l’energia dal sole non arriva e quindi permette di avere tutto il giorno per tutto l’anno quella produzione. Oggi si investe su questo tipo di impianti di stoccaggio domestici in tutto il mondo, perché permette di risolvere i problemi laddove c’è la domanda, direttamente all’interno delle abitazioni. Si può produrre energia elettrica direttamente dal solare e distribuirla in maniera efficiente, dando risposta alle esigenze delle famiglie e delle imprese.
Adesso avete maggiori informazioni sui diversi impianti di stoccaggio, continuate a informarvi per scegliere quale prediligere per il futuro del Paese. La settimana prossima si procederà alla votazione.