di MoVimento 5 Stelle
Chi tanto si affanna a costruire la mitologia delle “fake news”, poi è destinato a finire vittima del “vendetta-journalism”: a dimostrazione che la stampa col bollino blu se ne infischia allegramente di verificare le notizie, quando queste tornano utili a qualche cricca.
Ve la ricordate la sparata di Buzzfeed a fine novembre contro il M5S, in cui ci accusavano di aver “costruito un network diffuso di siti web e account social che diffondono notizie false, teorie complottiste e storie pro-Cremlino”‘? Arrivava a seguito della clamorosa toppa de La Stampa, che pur di attaccare M5S (e il web) aveva identificato come influencer del MoVimento tal Beatrice Di Maio, poi rivelatasi alter ego della moglie di Brunetta. Che figuraccia!
Una figuraccia ancora peggiore tocca oggi proprio a Buzzfeed, che ha pubblicato con squillare di fanfare quella che doveva essere la “pistola fumante” a dimostrazione che Trump è succube del Cremlino. Un documento attribuito a fonti dei servizi, che racconta con dettagli da video porno i rapporti sessuali estremi tra Trump e alcune prostitute, filmati (sempre secondo il documento) dagli agenti segreti di Mosca che ora ricatterebbero Trump tenendolo in pugno.
Una storia avvincente, che sembra quasi un racconto… anzi: che è proprio un racconto, scritto nel novembre scorso da alcuni utenti della celeberrima board americana “4chan” e poi inviato a politici americani, finito nelle mani dell’intelligence, e infine in quelle di Buzzfeed. Una “trollata” da manuale, eppure ci hanno creduto tutti: i servizi che dovrebbero proteggere il Paese e i giornali che, come tanto sbandierano, dovrebbero riportare notizie verificate.
Persino Wikileaks si era subito accorta che il documento era “chiaramente falso”, dimostrando che chi è abituato a verifiche serie sa riconoscere le bufale. Qui euronews ricostruisce la storia.
Mezzo mondo sta ora ridendo alle spalle di Buzzfeed e della stampa “verificata” che si fa trollare da qualche burlone, e che pur di dare addosso al futuro Presidente è disposta ad infliggerci anche storielle porno. Meno divertito è invece Trump, che twitta amareggiato a poche ore dalla sua prima conferenza stampa ufficiale: “I servizi segreti non avrebbero mai dovuto consentire che simili “fake news” arrivassero alla stampa. Un altro colpo contro di me. Viviamo nella Germania nazista?”.
Forse. O forse più semplicemente, per dirla all’americana, “The lunatics run the asylum“: i pazzi governano il manicomio. Sa, mr.Trump, ci siamo abituati anche qui da noi.