di MoVimento 5 Stelle Europa
A gennaio 2017 la piattaforma Google AdSense ha annunciato di aver disattivato la monetizzazione pubblicitaria relativa a 340 siti. Le motivazioni sono semplici e inquietanti: ci sarebbe un inganno dei lettori sulla natura delle notizie pubblicate, questi siti – secondo il gigante della Silicon Valley – diffonderebbero “fake news“. Inoltre, non sarebbero editori “strutturati” e quindi adibiti a diffondere contenuti. Questa decisione presa da monopolista, non sindacabile, è di una violenza inaudita.
Si può non essere d’accordo con quello che scrive un blogger o un sito d’informazione, ma la legge prevede già adeguati strumenti di tutela. La verità è che questa mossa arriva da lontano, ovvero dal tramonto inesorabile dei media tradizionali che non riescono più ad influenzare l’opinione pubblica come un tempo.
Grazie alla rete, milioni di persone riescono ad informarsi e ad approfondire argomenti d’interesse specifico ascoltando non solo una fonte, ma confrontando opinioni diverse. Opinioni che derivano anche da blogger specializzati nei settori più disparati, o semplicemente da cittadini informati che decidono di mettere la loro esperienza e conoscenza a disposizione della collettività.
Con questo atto intimidatorio si ritorna indietro di almeno vent’anni. La liberà informazione in rete è l’infrastruttura portante del futuro, l’autostrada della conoscenza e della consapevolezza. Eliminare questo principio e di conseguenza le “voci discordanti” equivale a mettere i bastoni tra le ruote ai cittadini. Appare dunque evidente come il regime di monopolio, con cui Google è autorizzato a eliminare chi non è gradito, si scontri con i diritti fondamentali che tengono insieme la società moderna. Ovvero quelli legati alla libertà d’espressione e d’informazione.
Questa azione si scontra con la carta dei diritti fondamentali dell’UE e con altri Trattati. La delegazione del M5S in Europa ha quindi deciso di inviare un’interrogazione alla Commissione europea con una richiesta di chiarimenti e di eventuali azioni da mettere in campo per reagire all’aggressione.