di Jacopo Berti, portavoce in Regione Veneto
In campagna elettorale Luca Zaia prometteva di non alzare le tasse, con tanto di cartelli piazzati ovunque. In queste ore però il Veneto si è svegliato con una pesante tassa in più, reintrodotta proprio da Zaia: l’addizionale Irpef.
Possiamo leggerlo dalle prime pagine di tutti i giornali.
Oltre all’incoerenza di Zaia, ciò che fa arrabbiare i veneti è il motivo della nuova tassa. Zaia alza le tasse per tappare il buco creato da un suo grande fallimento: la superstrada Pedemontana veneta. Una superstrada che doveva costare 800 milioni di euro e che invece secondo la Corte dei Conti costerà 2,5 miliardi di euro.
C’è perfino un’altra promessa infranta dal governatore: questa grande opera doveva essere finanziata dai privati, attraverso il Project Financing. Invece non si sono trovati gli investitori, e ora la pagheranno i cittadini con le tasse.
Ma le brutte sorprese non finiscono qui. Oltre al danno, pure la beffa. Potrà sembrare assurdo, ma i veneti la Pedemontana la pagheranno due volte: a differenza di quanto promesso, sulla Pedemontana si pagherà anche il pedaggio!
Dicono che Zaia è pronto per andare a Roma come premier. Di certo ha imparato bene a recitare e a dire balle come Renzi. Da questo punto di vista non ha nulla da invidiare ai suoi predecessori, ma non credo che gli italiani caschino più in trappole del genere.
Prima con Galan e da due mandati come presidente, Zaia governa il Veneto da vent’anni, eppure trova sempre il modo di scaricare barile su qualcun altro o di dire che non sapeva niente. Con questa nuova tassa finalmente in molti apriranno gli occhi. Passiamo parola e aiutiamoli a farlo.