di Beppe Grillo
Il ministro Galletti con il sodale Renzi è noto per aver emanato lo “Sblocca Italia”, il più grande attentato all’ambiente del nostro Paese. Un provvedimento che tra una trivella e nuove cementificazioni, facilita la costruzione di nuovi inceneritori di rifiuti. Galletti ne vorrebbe almeno otto nuovi, di cui uno per Roma e il Lazio.
Peccato che lo scorso 26 gennaio la Commissione Europea in un report su “Rifiuti energia ed Economia circolare” abbia smontato le strategie dei piromani renziani.
Si legge nel documento: “Le risorse pubbliche dovrebbero evitare di creare sovraccapacità per il trattamento di rifiuti non riciclabili, come gli inceneritori” e si indicano investimenti prioritari in riduzione, riciclaggio e recupero di materia, mettendo anche in campo politiche come tassazione dell’incenerimento, la terminazione dei sussidi, la moratoria sulla costruzione di nuovi inceneritori e lo spegnimento progressivo di quelli esistenti.
Il contrario di quello che propongono Renzi e Galletti.
Chiariamo. Siamo assolutamente d’accordo su porre fine all’export di rifiuti italiani all’estero (Napoli docet, nessuno vuol parlare di De Magistris?) avviando una filiera eco-efficiente di recupero della materia nel nostro Paese. Questo però non si fa costruendo nuovi inceneritori e discariche, ma dismettendoli gradualmente con un vero e proprio piano industriale pluriennale proprio di tutte le strategie “Rifiuti Zero”.
In Italia, lo dice lo stesso documento europeo non c’è certo bisogno di nuovi forni.
In alcune zone, come la Lombardia, il mega inceneritore di Brescia, ha bloccato uno sviluppo della differenziata di qualità e del riciclo-recupero di materia. L’inceneritore di Brescia è un ostacolo all’economia circolare.
Dall’estero possiamo guardare ad alcune tecnologie all’avanguardia, come impianti avanzati di selezione-riciclo e recupero materia anche organica presenti a Barcellona.
Ma anche in Italia ci sono eccellenze internazionali che aiutano ad andare verso Rifiuti Zero e l’Economia Circolare. Esperienze industriali virtuose e avanzate a cui il Movimento 5 Stelle si ispira da sempre.
Galletti, tra un delirio pro inceneritori e l’altro, per una volta ci ha sorpreso.
E’ accaduto il 7 maggio a Treviso, provincia di quasi 900mila abitanti che ha cancellato la costruzione di due inceneritori (anche grazie a storiche battaglie di Meet Up e 5 Stelle) e oggi ha l’82% di raccolta differenziata ed è leader internazionale nel riciclo-recupero materia.
Visitando le aziende pubbliche del settore, Galletti ha dichiarato “rappresenta un modello, e la dimostrazione che la strategia Rifiuti Zero non è una utopia, ma un obiettivo concreto”.
Abbiamo sentito bene? Galletti pro Rifiuti Zero a Treviso e pro inceneritori a Roma e nel resto d’Italia? Fa razzismo culturale? Ciò che va bene nella popolosa provincia di Treviso ed in Veneto non può esser fatto a Roma, nel Lazio o nel resto d’Italia?
Quel modello che lui stesso ha elogiato e traina il Veneto verso una nuova economia circolare, è lo stesso del Piano di Gestione Materiali Post Consumo di Roma Capitale. Galletti e Renzi si rassegnino. Il M5S vuole un futuro pulito per tutta l’Italia. Iniziando dalla Capitale.
Ps: Ci tengo a ribadire che nel MoVimento 5 Stelle vige una regola chiara e semplice: ogni portavoce eletto porta a termine il suo mandato e durante il suo svolgimento non può candidarsi a svolgere altre cariche o ad assumere altri incarichi. Le votazioni per il candidato premier e per i candidati in Parlamento escluderanno dunque, come da regolamento vigente, tutti i portavoce del MoVimento 5 Stelle che stanno svolgendo un altro mandato. Chi ha iniziato a fare il sindaco nel 2016 continuerà a farlo fino al 2021. Rispettiamo sempre gli impegni presi con i cittadini.