di Gianluigi Paragone
La politica è diventata il terreno del servilismo nei confronti della finanza, i politici hanno regalato tutto al mondo della finanza, hanno messo la finanza speculativa al centro dei cittadini e li hanno ingannati: li hanno costretti a vivere una vita a rate. C’era una volta il welfare state, adesso c’è il welfare bank.
E’ mai possibile che anche sulle pensioni ti devi indebitare? Questo è tutta colpa della politica, la politica è la serva sciocca della finanza. La responsabilità della politica è evidente: quella di essersi prestata come palo di una sistema che io ho chiamato GangBank nel mio libro, è il neoliberismo, è il mercatismo. Voglio ricordare che un grandissimo economista e docente universitario, Federico Caffè, chiamava questi signori “gli incappucciati della finanza”. Gli incappucciati della finanza: questo per dare anche una dimensione quasi massonica a questo mondo che si è impossessato dell’anima degli Stati, e lo ha fatto perché? Perché la politica non è più in grado di elaborare una tesi, un tempo avremmo detto “una piattaforma politica”, “una piattaforma programmatica”, quindi si fa passare le carte dai lobbisti, da questa elite, e lo vediamo dall’Europa ai Parlamenti nazionali. L’Italia e ovviamente non è esente, anzi, e quindi per loro il gioco è molto facile. Quando tu esci da questo schema di gioco, che è consolidato a livello globale, ecco che arrivano le bombe nei confronti di chi non predica il linguaggio mainstream.
Allora GangBank purtroppo è la loro filosofia: hanno svuotato, e tenteranno sempre di più, hanno svuotato le Costituzioni. La nostra, quella italiana, vede nel lavoro un puntello incredibile, fantastico, non c’è soltanto l’articolo 1 che parla del lavoro, ma già all’articolo 1 si capisce che il lavoro e centrale nella Costituzione, perché grazie al lavoro poi hai un tuo guadagno, un tuo risparmio, che viene tutelato o dovrebbe essere tutelato per esempio dalla Costituzione. Hai la proprietà privata che viene tutelata, e hai l’ impresa, hai le famiglie, insomma c’è tutto un mondo dietro il lavoro. Ma noi il lavoro l’abbiamo distrutto, oggi si parla di “gig economy”, e quindi i lavoretti diventano una fonte di guadagno. E attenzione: se tu disarticoli il lavoro e indebiti sempre di più le famiglie o i cittadini, perché stiamo vivendo una vita a rate, allora tu per fare fronte a queste rate purtroppo accetterai qualsiasi tipo di lavoro. Ma non c’è un diritto, non c’è un contratto, c’è anzi il grande inganno di chi ti dice “Ma come, ti diamo la possibilità di guadagnare qualcosa che è sempre meglio di niente, ma come, ti diamo la possibilità di essere imprenditore di te stesso”. No, non è vero, qui siamo vicini allo schiavismo moderno e si ritorna esattamente allo Stato padronale.
La politica ha distrutto la Costituzione perché ha sempre bisogno di compagni, ha sempre bisogno di mangiare da qualche parte, la politica ha sempre bisogno di qualcuno che dia dei soldi per alimentare i loro giri, ed ecco i grandi finanziatori della politica. E poi ci sono le elites, quelle elites che commentiamo nel famoso dato per cui l’1% del mondo detiene le ricchezze di tutti gli altri. La politica ha abdicato completamente alla sua funzione, quindi sono diventati dei camerieri di questi signori. Ma vi sembra normale che i ministri dell’Economia finiscono, cessano il loro mandato istituzionale al servizio del Paese, e poi forti dei dossier che hanno accumulato e forti delle relazioni che hanno acquisito, delle posizioni di ministri, vanno nelle banche d’affari: JP Morgan, Goldman Sachs, Morgan Stanley. E guarda caso queste banche d’affari te le ritrovi come dominus, nuovo dominus, anche del debito pubblico italiano, dei nuovi contratti derivati di cui non si sa niente. Vogliamo dire anche delle genialate per cui le banche salvate con soldi pubblici diventano concorrenti sul mercato immobiliare? Sono quasi diventati spin-off di agenzie immobiliari: io ti salvo con i miei soldi, soldi pubblici, e tu ti metti a fare concorrenza in un settore che non è tuo? La banca faccia la banca, perché c’è un modello imprenditoriale che ha bisogno di quei soldi, che la BCE continua a buttare in un circuito che è occluso, perché quando non arriva all’economia reale a che cosa mi serve inondare di liquidità che poi finisce dagli stessi speculatori?
Sul TTIP è stato fatto silenzio perché questi trattati scritti dai lobbisti, scritti da sistema GangBank erano scritti e venivano scritti nel silenzio, nel riserbo nelle stanze chiuse, nelle varie Trilateral, nelle varie commissioni riservate. Vogliono venderci l'”Europa unita”, quando poi ci sono sistemi fiscali diversi per cui in Irlanda puoi fare gli affari che vuoi, anche in Lussemburgo. E vogliamo raccontare dei grandi capitali di imprese italiane con cui Renzi ha scritto il Jobs Act, o quantomeno gliel’ha fatto vedere per la vidimazione a quel Sergio Marchionne che ha portato fuori dall’Italia un’azienda, una fabbrica, che era italiana era nel tessuto dell’italianità, e l’ha portata a braccia straniere.
La madre del peccato originale delle privatizzazioni italiane è lì, su quel Britannia dove alla fine hai trovato gli speculatori del GangBank: Mario Draghi era uno di quelli che partecipò al Britannia, e infatti quando finisce questo incarico in seno alla pubblica amministrazione dove va? Va a Goldman Sachs. Vogliamo fare tanti altri nomi? Da Romano Prodi, vogliamo fare il nome di Gianni Letta, vogliamo fare il nome di Siniscalco, ma anche lo stesso Barroso. Noi abbiamo fior fiore di ministri dell’Economia che in questa girandola di sliding doors entra ed esce dalla pubblica amministrazione, dalle istituzioni dello Stato, e si prestano come signori, come consulenti, come chairman di queste banche d’affari. La via d’uscita c’è, si chiama Costituzione, la dobbiamo non solo conoscere, non solo rispettare, ma dobbiamo riportarla al centro: perché soltanto ripartendo dalla Costituzione usciremo dalla crisi. Lo Stato faccia lo Stato, io mi fido di più di uno Stato che noi possiamo guidare, correggere, attraverso processi democratici, e non mi fido invece del sistema GangBank, non mi fido dei mercati, non mi fido di questi signori che si impossessano -attraverso le liberalizzazioni- delle infrastrutture italiane, che abbiamo pagato sempre, ricordatevelo, con i nostri soldi, i soldi delle tasse. Le infrastrutture, dalle autostrade alle reti idriche, sono nostre, sono degli italiani, perché devo far fare l’affare a qualcun altro?