di Rossella Belluso
L’Italia è un Paese ricco di luoghi di attrazione turistica di altissimo valore economico, in grado di generare reddito e occupazione per le attività imprenditoriali. Ogni iniziativa deve però sempre tenere conto della tutela del paesaggio e dell’ambiente. La tendenza turistica attuale è sempre più rivolta verso scelte di turismo sostenibile, inteso come “soddisfazione dei bisogni del presente senza compromettere la possibilità di soddisfare quelli delle generazioni future”. Noi vogliamo agire in ottica sostenibile preservando e valorizzando tutti i beni dai quali il Turismo è generato.
Il turismo può essere una leva molto importante per far ripartire l’economia del nostro Paese. È una forma di attività che può portare benessere economico e benessere sociale. Questo accrescimento rischia, se non è gestito in maniera corretta, di essere causa di degrado del nostro patrimonio ambientale. Pensiamo al paesaggio e alla perdita delle nostre identità, che chiamiamo le identità locali, le nostre tradizioni e la nostra cultura. Soprattutto se ci basiamo su un sistema turistico come quello attuale che è fortemente antropizzato: siamo troppe persone che occupano uno spazio, e quindi rendiamo questo territorio molto fragile.
Allora si è pensato, negli anni, di rivolgersi a un tipo di turismo alternativo, quindi sostenibile. Detto anche turismo responsabile: un’idea per affrontare un viaggio, un’avventura di vita, che però ha rispetto dei luoghi che noi andremo a visitare e delle popolazioni che vivono all’interno di quel territorio. E non a caso l’ONU quest’anno ha dichiarato il 2017 l’anno internazionale del turismo sostenibile. Per favorire l’ambiente, l’economia in difficoltà e lo sviluppo.
Cosa significa agire in ottica sostenibile? Significa preservare e valorizzare quei bene dai quali il turismo è generato. E per garantire quindi uno sviluppo duraturo nel tempo, perché dobbiamo pensare che noi oggi usufruiamo di questi territori. Ma per far sì che rimangano intatti, quindi ne possano usufruire le generazioni che verranno, dobbiamo preservare l’ambiente. In questo ci può aiutare la tecnologia, l’esperienza e molti altri fattori, che devono essere gestiti in maniera responsabile.
Considerando la tendenza sempre più richiesta di opportunità di turismo sostenibile e la volontà di perseguire un’economia turistica ambientale sostenibile, quali di queste azioni ritieni essere prioritarie? (Indicarne 3).
1)Favorire il diffondersi di attività turistiche ricettive che non accrescono il consumo del territorio.
Parliamo dei bad&breakfast, dell’albergo diffuso e dell’albergo di comunità. Cos’è quello diffuso? È un albergo che non si costruisce, ma che nasce mettendo in rete case preesistenti. Quindi si entra in quella tendenza generale di evoluzione dell’offerta turistica del nostro Paese che parla di una crescita non a struttura verticale, ma orizzontale. Ci sono tantissimi borghi che hanno creato e stanno creando l’albergo diffuso. Chi è il turista che vuole andare all’albergo diffuso? È colui che vuole fare un turismo lento, a stretto contatto con le comunità locali. Un turista che vuole andare a ricreare o a rivedere l’ambiente in cui si viveva tanti anni fa. Come si viveva e quali erano le attività che si svolgevano nell’ambiente. Una situazione di questo tipo, non creare e non cementificare nuove realtà, ma utilizzare quelle che abbiamo, può presentare un punto di partenza per un turismo di tipo sostenibile.
2) Promuovere l’uso di mezzi di trasporto sostenibili.
Pensate Roma vista con la bicicletta, non solo per il risparmio energetico e l’inquinamento, ma le bellezza di Roma viste dall’occhio del ciclista. Che si può fermare, fotografare, può assaporare, ricordare, fermarsi in un’attività, in un bar. È un’altra forma di turismo sostenibile, è un modo per raggiungere una meta. Si può fare anche raggiungendo posti più lontani, ci sono tour operator che organizzano dei viaggi, proprio con le biciclette, disincentivando l’uso dell’auto privata. O il treno, altre forme di trasporto che ci consentano di viaggiare in serenità e ammirare ciò che abbiamo intorno.
3) Incentivare la visione delle strutture ricettive con marchi ecologici.
Esiste una ecoetichettatura, che è la ecolabel, un marchio europeo. Viene usata per certificare il ridotto impatto ambientale di prodotti e servizi offerti dalle aziende. Questa ecoetichetta è uno strumento volontario comunitario molto importante, perché certifica i prodotti ambientalmente compatibili. Consentono al consumatore, nel momento in cui mi reco nella struttura, di valutare il rispetto o meno dell’ambiente da parte della struttura in questione. Probabilmente non fanno uso eccessivo di acqua o di corrente. Sono piccole cose che nel grande fanno la differenza.
4) Disincentivare le eccessive concentrazioni di turisti in zona che non reggono il carico.
Parliamo di capacità di carico. Il nostro ambiente è capace di contenere un certo numero di persone. Esattamente come quando prendiamo un’ascensore. Noi affolliamo le nostre aree e i nostri territori, pensiamo a Venezia. Accoglie 20 milioni di utenti annui, e studi scientifici hanno evidenziato che Venezia ha una capacità di carico massima di 12 milioni di persone. Pensate ai danni che andiamo a fare sovraffollando Venezia, quando invece potremmo suddividerci nel territorio, apprezzando le bellezze dello stesso con più tranquillità e senza danneggiare l’ambiente.
5) Favorire la de-stagionalizzazione con strumenti economici, fiscali e di promozione.
Proviamo a immaginare cosa succede nelle aree costiere d’inverno. L’imprenditore che ha investito le sue energie e attività nelle zone costiere d’inverno ha un danno perché non ha la stessa disponibilità di clientela che ha durante l’estate. Lo si può aiutare creando eventi, meeting e convention e andando ad occupare queste strutture nei periodi fuori stagione. Così si possono immaginare detrazioni fiscali, questo sarebbe un modo per agevolare gli imprenditori che per molti mesi all’anno si trovano in difficoltà.
6) Favorire la localizzazione di attività tradizionali e artigiane integrandole alle strutture turistiche principali.
Abbiamo visto che il turismo di massa tende a promuovere la costruzione di centri commerciali. Quest’ultimi vanno a discapito dei negozi artigianali, che restano aperti a fatica. Attraverso una fase iniziale di definizione d’impiego d’incentivi attraverso un credito d’imposta, si può favorire la localizzazione di queste attività tradizionali e artigianali, che sono fondamentali per il nostro Paese, inizialmente in alcune aree pilota che vanno affiancate a strutture turistiche principali.
7) Incentivare forme di percorso turistico alternativo.
La realizzazione di percorsi naturalistici che possono essere storico-artistici, enogastronomici e interventi finalizzati al recupero del patrimonio culturale. Questa è una risorsa a cui attingere per attuare dei percorsi turistici che possono essere alternativi, e possono avere riferimenti culturali importanti. Che solo apparentemente sono secondari perché rappresentano un modo alternativo e sostenibile di valorizzare una grande ricchezza.
8) Incentivazione del turismo rurale ed ecoturismo.
Sappiamo che le zone rurali hanno vissuto un abbandono molto lento, ma inesorabile. Sempre più turisti rivolgono la propria attenzione a luoghi suggestivi, zone ancora incontaminate, posti speciali in cui l’identità della cultura locale fa ancora sentire con decisione la propria presenza. Questi luoghi fanno vivere al turista un’esperienza nuova e soprattutto a contatto con la natura e le attività artigiane del luogo.
8) Sviluppo dell’ecomuseo.
Un ecomuseo, diversamente da un normale museo, non è circondato da mura o limitato in altro modo, ma si propone come un’opportunità di scoprire e promuovere una zona di particolare interesse per mezzo di percorsi predisposti, di attività didattiche e di ricerca che si avvalgono del coinvolgimento in prima persona della popolazione, associazioni e istituzioni culturali. In questo nuovo tipo di museo l’aspetto ambientale e la componente geografica prevalgono nettamente.