di Movimento 5 Stelle Friuli Venezia-Giulia & Emilia-Romagna
Molti dei contratti che regolano le attività negli outlet e nei centri commerciali sono fuori legge. In molte città italiane, infatti vengono fatti stipulare contratti di affitto di ramo d’azienda e si obbligano i piccoli imprenditori a sbarazzarsi dei lavoratori prima della loro risoluzione.
Una pratica che oltre a mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro, sta costando milioni, per non dire miliardi di euro alle casse dello Stato e dell’INPS. Risorse che se ne vanno per gli ammortizzatori sociali che vengono avviati, per le mancate contribuzioni previdenziali dei lavoratori licenziati e anche per gli incentivi che lo Stato e le Regioni mettono a disposizione per tornare ad assumere i lavoratori del commercio.
Come previsto dall’art. 2112 del Codice Civile i licenziamenti dei dipendenti imposti per contratto agli imprenditori che lavorano nei centri commerciali e negli outlet sono illegittimi. Per questo non devono essere accettati dai lavoratori, che, seguendo il codice civile, devono continuare a svolgere la loro attività nel centro commerciale. È incredibile come chi gestisce questi spazi pensi di utilizzare i lavoratori come pacchi postali, cercando di scrollarsi di dosso ogni responsabilità.
A ritenere questa pratica illegittima non è solo il MoVimento 5 Stelle, che da mesi ormai cerca di seguire la vicenda accanto a piccoli imprenditori e lavoratori coinvolti, ma a dirlo è lo stesso Ministero del Lavoro. Recentemente rispondendo ad un’interrogazione del portavoce 5 Stelle alla Camera Claudio Cominardi con la quale si chiedeva la tutela delle posizioni lavorative del personale dipendente della “Saldarini Srl”, il Ministero ha confermato che ci sono già state tre sentenze che riguardano licenziamenti illegittimi imposti dall’Outlet Fidenza Village in provincia di Parma. In base a più pronunciamenti della Cassazione, ha ribadito come i rapporti di lavoro debbano proseguire con il cessionario ed i lavoratori conservino tutti i diritti acquisiti. Nonostante tutto ciò i grandi centri commerciali continuano a non prendersi in carico i dipendenti che verrebbero retrocessi col ramo d’azienda.
Alcune di queste perplessità erano state avanzate anche dalla Procura della Repubblica di Gorizia. Al termine delle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Gorizia per una causa tra gli imprenditori del negozio “Nadale Fashion n. 1” e il Centro Commerciale Tiare Shopping Center di Villesse (Gorizia) , la Procura aveva concluso le proprie indagini affermando che “certamente il contratto in questione è un contratto capestro e che numerose clausole del contratto hanno contenuto estremamente pesante” e che “il contratto di affitto di ramo d’azienda stipulato possa ragionevolmente ricondursi ad un contratto di locazione non finanziaria di fabbricato ad uso commerciale” e sia pertanto connotato da una falsa qualificazione giuridica.
Il MoVimento 5 Stelle con una serie di azioni sia in Parlamento con i portavoce Camera e Senato Claudio Cominardi e Gianni Girotto che nei Consigli Regionali di Friuli Venezia-Giulia ed Emilia-Romagna, chiede alle istituzioni di fare chiarezza una volta per tutte. Chiarezza sul rispetto della legge anche da parte di questi grandi gruppi finanziari che troppo spesso con il commercio hanno poco a che fare. Purtroppo quando l’imprenditore Saldarini ha cercato di coinvolgere anche l’ex Premier Matteo Renzi sul problema del cosiddetto “Sistema Outlet” non ha mai ricevuto alcuna considerazione. Forse perchè dietro agli Outlet ci sono anche gli interessi delle Cooperative, Banca Etruria e papà Renzi?