immagine: i trinariciuti nelle immagini satiriche di Guareschi
di Beppe Grillo
Incredibilmente il Pd, nelle sue imprese di distrazione di massa, è stato colto dal desiderio irrefrenabile di proporre un restyling del reato di apologia di fascismo. La legge che sanziona quelle poco edificanti trovate nostalgiche previste nei dettagli dall’articolo 4 della legge Scelba del 1952. Per le crisi nostalgiche sono già previste pene e sanzioni: la reclusione (da 6 mesi a 2 anni) e una multa da 206 a 516 euro. Ancora, dal 1993, esiste anche la legge Mancino, che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Vengono (o meglio dovrebbero essere) puniti anche l’utilizzo di simbologie legate a questi movimenti politici.
Cerchiamo di analizzare quello che sta succedendo: l’Italia è una Repubblica che nasce dalle ceneri del fascismo e fonda i suoi valori sulla democrazia ed il lavoro. Come mai il Pd, che sta mercificando questi due pilastri fondanti della Repubblica, si è messo in testa di fare una nuova versione della legge che sancisce comportamenti e tentativi di ripristinare il fascismo? Non sono del tutto fessi, e questo forse ne è il primo segno concreto. Non è di sicuro farina del sacco del giovane paggio, sempre più impegnato a reggere lo strascico delle banche mentre convolano a nozze miliardarie a spese dei cittadini.
L’unico modo per colpire delle opinioni in Italia è coinvolgere il fascismo. La mano morta sulla democrazia di Renzi prosegue insinuando, non agendo apertamente, che inizia ad esserci bisogno di fare delle leggi sul come la si pensa. Leggi (per lo più immaginarie) che tinteggino loro, la sinistra frou frou, da progressisti e gli altri come oscuri conservatori. Cosa volete che sia avere dato la fine ai diritti dei cittadini, dei lavoratori e dei pensionati. Sono sicuri che gli italiani si lasceranno ancora ipnotizzare da un dibattito inutile su di una legge inutile.
Il loro nuovo schema mediatico è il fascismo a intermittenza. Quando i partiti e i media che gli strisciano attorno non sanno più come contrastare una posizione di buon senso del MoVimento 5 Stelle gridano al fascismo. Fino a qualche settimana fa, infatti, il MoVimento era fascista perché voleva accendere i fari sul comportamento delle Ong nel mar Mediterraneo. Poi contrordine compagni: “la frase “chi critica la gestione dell’immigrazione e il ruolo delle ONG negli sbarchi in Italia va apostrofato come fascista” contiene un errore di stampa e pertanto va letta: “chi critica la gestione dell’immigrazione e il ruolo delle ONG negli sbarchi in Italia è chiaramente un grande statista”.” Così il ministro Minniti, che ha rubato le nostre proposte senza applicarle, e Renzi, che ha fatto suoi gli slogan della Lega, sono diventati fascisti? Assolutamente no! Ora, scrivete compagni: “fascismo vuol dire non votare la legge scritta coi piedi di Fiano”, tanto gli italiani non se ne accorgeranno. I giornali hanno dimostrato obbedienza cieca, pronta, assoluta. Ed ecco il titolo vergognoso “Di Maio e Di Battista sdoganano il regime” in un articolo di Repubblica che oramai raggiunge vette di propaganda che Il Popolo d’Italia neppure si sognava. Una vera legge antifascista dovrebbe colpire tutti gli assolutismi tramite la prevenzione: ma colpirebbe proprio loro, perché continuando a mentire sistematicamente ad un popolo stanno ponendo le fondamenta del fascismo o di qualunque altra reazione assolutista.
Non sappiamo cosa vorrà dire domani essere fascisti, sappiamo cosa vuol dire oggi: il governo metterà la fiducia sul decreto banche per dare altri 17 miliardi di euro pubblici e salvare il culo dei banchieri mentre 10 milioni di italiani sono a rischio povertà e 250.000 emigrano ogni anno. Ma questo non è fascismo, è solidarietà. Scrivete compagni! Scrivete!