di MoVimento 5 Stelle Europa
I migranti sbarcati in Italia devono essere ricollocati negli altri Paesi europei subito! La sentenza della Corte di giustizia europea, che respinge i ricorsi presentati nel 2015 da Slovacchia e Ungheria, deve essere immediatamente rispettata o, ancora una volta, l’Unione europea avrà perso la faccia.
L’Unione europea non ha nessuna intenzione di prorogare la decisione e questa della Corte di Giustizia europea dunque potrebbe essere una vittoria di Pirro se non arriva una decisione immediata del Consiglio di prolungare i ricollocamenti e renderli obbligatori.
Finora hanno lasciato il nostro Paese appena 8.402 migranti sui 35 mila promessi (dati aggiornati al 1 settembre 2017), appena il 24% del totale. Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Ungheria, Irlanda, Polonia, Slovacchia e Inghilterra non rispettano i patti presi in sede di Consiglio. Questo è l’assurdo: l’Europa oggi è talmente debole che non riesce nemmeno a far rispettare le decisioni che prende. Persino la Svizzera e la Norvegia che non fanno parte dell’Unione europea si sono mostrati solidali accettando il ricollocamento di circa 1.500 migranti.
Nel 2017 sono sbarcati nel nostro Paese 99.742 migranti: il 79% dei migranti sbarcati in Europa ha toccato le coste italiane. Per essere chiari: tutti gli Stati europei devono accogliere, l’immigrazione è un tema europeo e nessun Paese può considerarsi escluso. Quello delle ricollocazione non è un sistema perfetto ma è un primo passo che l’Europa compie verso una redistribuzione obbligatoria e permanente delle quote dei richiedenti asilo, così come chiesto più volte dal gruppo Efdd – Movimento 5 Stelle in Europa.
La decisione della Corte è importante in quanto sottolinea il principio di solidarietà tra gli Stati membri, già sancito dai Trattati, ma troppo spesso disatteso. Davanti alla chiusura di Slovacchia e Ungheria, quindi, la Corte di giustizia alza il cartellino rosso e, aprendo un precedente, richiama tutti i Paesi dell’Unione alle proprie responsabilità. Perché, come scrivono i giudici, “il meccanismo contribuisce effettivamente e in modo proporzionato a far sì che la Grecia e l’Italia possano far fronte alle conseguenze della crisi migratoria del 2015”. Ora andiamo avanti con la nostra proposta, presentata in sede di riforma del regolamento di Dublino, di sospendere l’erogazione dei fondi strutturali a quei Paesi che non cooperano nella ricollocazione dei richiedenti asilo.