di Marco Valli, EFDD – M5S Europa
Oggi parliamo di Fiscal Compact, quindi della sottrazione di sovranità ai popoli e della loro sottomissione attraverso il vincolo economico. Per farlo dobbiamo tornare alla preistoria.
– 1972: si parte col serpente monetario, il primo tentativo fallito di vincolare i cambi delle valute; per poi riuscire ad attuarlo nel 1979 con lo SME.
– 1981: gli italiani lo ricordano bene, l’anno della separazione Banca d’Italia e Tesoro, ad opera di due federalisti nonché architetti di questa Unione Europea: Ciampi e Andreatta, che consegnarono il controllo del nostro debito pubblico al mercato finanziario.
– 1992: il trionfale ingresso dell’Italia in Maastricht, con vincoli numerici come quello del limite di spesa del 3% basati su nessun tipo di logica economica.
– Poi arriva l’Euro nel 1999, voluto da Prodi che dichiarava “lavoreremo un giorno in meno e avremo guadagnato come se avessimo lavorato un giorno in più”. La verità è che ci hanno privato della leva monetaria, senza dirci che ci avrebbero tolto la libertà di autodeterminarci.
Ed eccoci al 2012, l’anno in cui 25 Stati membri su 28 sottoscrivono il Fiscal Compact. Rendendo vincolanti il principio del pareggio di bilancio e il parametro del debito/PIL del 60% contenuto in Maastricht. Nel 2012 vi siete dati 5 anni di tempo per discuterne. Quei 5 anni scadono tra 3 mesi e i cittadini a Natale potrebbero trovarsi sotto l’albero l’ennesima cessione di sovranità. Perché il Fiscal Compact diventerà giuridicamente superiore alla legislazione nazionale e renderà irreversibili le politiche liberiste d’austerità.
Il Fiscal Compact assume la trappola del debito pubblico come cornice indiscutibile dentro la quale costruire la gabbia per i diritti sociali e del lavoro, e la privatizzazione dei beni comuni. Se i Governi confermeranno il Fiscal Compact, il mio Paese sarà obbligato nei prossimi 20 anni a portare il rapporto debito-Pil dall’attuale 133% al 60%, attraverso un taglio sconsiderato della spesa pubblica relativa al welfare e trattamenti medievali per LE pensioni e I diritti dei lavoratori.
Questo è il “pareggio di bilancio” previsto dal Fiscal Compact, inserito nella costituzione Italiana con il colpo di Stato del 2011, per mano del Professor Monti (quello che la Grecia era il più grande successo dell’Euro), sostenuto da partiti come il PD e Forza Italia, che hanno vincolato per sempre la democrazia del mio Paese al volere di Bruxelles.
Molti di voi a telecamere accese continuano a dire di essere contrari a questi principi d’austerità, ma lo fate solo per raccattare voti. È accaduto nel passato, sta accadendo nel presente e non possiamo permettere che accada anche in futuro con questioni vitali come quelle sancite nel report Brock/Bresso (parlamentare del Partito Democratico del 45% di Renzi, quello della lotta contro l’austerità e i vincoli economici).
Un report vergognoso dove si celebrano il Fiscal Compact e quella che è di fatto un’istituzionalizzazione della Troika. Volete trasformare il Meccanismo Europeo di Stabilità nel Fondo Monetario Europeo. Volete istituzionalizzare un sistema perverso e di ricatto per spolpare gli Stati e schiacciare i diritti dei cittadini: ci chiedete di mettere i nostri soldi nel MES e poi ce li date in prestito per pagare interessi finanziari insostenibili su debiti illegittimi. Il tutto orchestrato da un super ministro dell’Eurozona, che dirà ai popoli cattivi della periferia quali riforme lacrime e sangue implementare.
Quindi cosa sono il Pareggio di Bilancio e il Fiscal Compact? Sono beceri strumenti di ricatto verso i diritti dei popoli Europei, in contrasto con le costituzioni dei paesi e in contrasto con lo stesso trattato di Lisbona. Trattato su cui si dovrebbe fondare l’Unione Europea.
Ma tutto questo può essere fermato: entro fine anno gli Stati dovranno decidere il destino del Fiscal Compact. Questo Parlamento ha il dovere morale di dare un’indicazione negativa alle politiche d’austerità insostenibili e depressive. Noi nel 2012 non c’eravamo, oggi si. E sappiamo che il nostro Governo umilierà ancora i suoi cittadini. Chiediamo a questo Parlamento di sostenere la nostra battaglia per stracciare definitivamente il Fiscal Compact.