di Silvia Giordano, portavoce MoVimento 5 Stelle Camera
In questi anni io e i miei colleghi abbiamo affrontato tantissime battaglie, ma una in particolare è diventata per me “La battaglia”: l’approvazione della legge sul testamento biologico (tecnicamente le Dat, Disposizioni anticipate di trattamento).
Una tema decisivo che io, e tutto il MoVimento 5 stelle, stiamo portando avanti con determinazione, convinti che le istituzioni non possano voltare ancora una volta le spalle agli italiani. Troppo spesso in questo teatrino fatto di giochi di potere e di equilibrismi politici dimentichiamo di chi e cosa stiamo parlando. Parliamo di malattia, di sofferenza, di dolore ma, soprattutto, di persone: di uomini e donne che ogni giorno devono affrontare una realtà che non hanno scelto, una condizione di vita che non avrebbero mai immaginato o voluto. Parliamo del diritto di decidere della propria persona e del proprio corpo nel momento in cui non esistono più “cure”, ma solo accanimento. Parliamo di civiltà.
“Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire” queste sono state le parole di Papa Francesco che recentemente mi hanno più colpito. Questo è esattamente il fulcro di una legge che ha visto la collaborazione e l’impegno trasversale di molti partiti e che ora è bloccata al Senato, da 7 mesi, senza un reale motivo.
Non è possibile che i malati debbano ancora attendere per ricevere un barlume di civiltà. Il Paese è pronto e i partiti e le istituzioni hanno il dovere di non scappare di fronte alle loro responsabilità.
Il MoVimento 5 stelle vuole votare questa legge (purché nessuno provi a proporre compromessi al ribasso che svuotino il provvedimento), ma il pallino in mano ce l’ha il Partito Democratico. Sappiamo tutti che al Senato i numeri ci sono, i tempi per l’approvazione anche. Quello che evidentemente manca è il coraggio di fare la cosa giusta, di compiere un atto di altruismo verso la nostra comunità: di garantire un diritto a chi soffre.
Noi tutti, proprio quando la legislatura è agli sgoccioli, possiamo consentire all’Italia di compiere un passo storico. Basta scuse e giustificazioni. Se ci sottrarremo a questo dovere saremo responsabili di un fallimento civile. Andiamo in Aula e votiamo, il Parlamento smetta di tenere in ostaggio il Paese e garantisca fino in fondo il diritto alla dignità della persona.