di Luigi Di Maio
Grazie Palermo, ieri è stato incredibile. Oggi voglio raccontarvi un po’ di questi mesi passati in Sicilia. L’altra sera su una macchina del caffè in un bar di Caltanissetta c’era scritto: “Tu u culuri c’ha taliari”. L’ho letto e subito tradotto. Dopo tre mesi conosco anche il vostro dialetto. Fantastico.
In questi mesi mi avete insegnato cosa significa “schiffarato”, “camurria”, “lagnusia”, “mascariata” e tanto altro. Mi avete accolto sui vostri pescherecci, nelle vostre aziende agricole, nei vostri esercizi commerciali, nelle vostre fattorie. Ho dormito a casa di tanta gente che ci ha ospitato e ci ha raccontato la sua storia. Ho guardato dal finestrino le vostre bellezze per oltre 10.000 km percorsi insieme a Giancarlo.
Siete un popolo incredibile. Avete tenacia e coraggio da vendere, nonostante le sofferenze che avete vissuto, nonostante gli indici occupazionali e di emigrazione peggiori di Italia. Siete arrabbiati ma sempre sorridenti.
La vostra gentilezza e la vostra bellezza mi hanno fatto innamorare di voi e dei vostri luoghi. Passiamo anni a girare il mondo per vedere bei posti e poi li trovi tutti insieme su una sola Isola, la Sicilia.
Ho conosciuto delle grandi persone. Totalmente diverse da come vengono descritte nel resto di Italia. Ho conosciuto un popolo, un grande popolo, orgoglioso delle sue origini e con la voglia di riscatto.
Sono sicuro che questa domenica saprete dare uno schiaffo all’arroganza di questa classe politica. A chi vi candida gente anche se sta in cella o quelli che hanno speculato sulla vostra sanità, sui vostri trasporti, sulla formazione dei vostri giovani.
Sono certo che saprete scegliere il futuro. Grazie per avermi fatto sentire un cittadino siciliano. Ammunì picciotti!