di MoVimento 5 Stelle Europa
In Italia il requisito per l’accesso alla pensione è il più alto d’Europa. E nel 2019 si andrà in pensione ancora più tardi. L’innalzamento a 67 anni di età ci colloca all’ultimo posto fra i 28 Paesi europei, sia per quanto riguarda gli uomini che le donne. In Francia si va in pensione a 62 anni, in Svezia a 61, in Spagna e Austria a 65, in Germania a 65 e 6 mesi. Solo la Grecia ci eguaglia. La fonte è il “Sistema di informazione reciproca sulla protezione sociale nell’Unione europea“, che offre informazioni dettagliate e aggiornate sui sistemi previdenziali dei Paesi europei.
Con l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, il governo italiano piega ancora un volta la testa ai diktat dei falchi dell’austerity. Ne è la prova la lettera indirizzata alle autorità italiane del vicepresidente della Commissione europea Dombrovskis in cui chiede di “attenersi alle importanti riforme di bilancio strutturali” concordate e cioè proprio l’ennesima mazzata ai cittadini italiani sulle pensioni.
Da questa (contro) riforma le donne sono le più penalizzate, perché dal 2019 andranno in pensione a 67 anni come per gli uomini, mentre in molti altri Paesi le donne sono più tutelate. Noi siamo contro l’automatismo che lega l’aumento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. Al Parlamento europeo, durante il dibattito sulla risoluzione su “Necessità di una strategia dell’UE per eliminare e prevenire i divari pensionistici di genere“, Laura Agea ha presentato un emendamento in cui “deplora la Commissione e la sua tendenza comune a sollecitare negli Stati membri un progressivo innalzamento dell’età pensionabile che non consente il ricambio generazionale né permette un equilibrio tra la vita privata e lavorativa, tanto più in relazione ai lavori più usuranti che molto spesso sono svolti proprio dalle donne“.