di MoVimento 5 Stelle
Abbiamo concluso il ciclo degli incontri con gli stakeholder, i portatori d’interessi, sul Programma di Governo Trasporti. Quattro tavole rotonde dedicate ai temi di sicurezza stradale, mobilità sostenibile, logistica e trasporto merci e, infine, infrastrutture e concessioni. Abbiamo portato in Parlamento la società civile, riunendo nella stessa stanza, associazioni, comitati cittadini, aziende, esperti e addetti ai lavori attorno al nostro obiettivo: diminuire i consumi di energia ed i livelli d’inquinamento per puntare ad un’Italia al 100% ad energie rinnovabili e portarla fuori dai combustibili fossili dal 2050.
Abbiamo raccolto spunti, contributi e critiche, cercando di accogliere quelle costruttive e di dare una risposta ferma a quelle frutto di una resistenza al cambiamento. Ma il cambiamento è già in atto. E’ scritto nero su bianco nel nostro programma di Governo, nelle azioni dei Comuni che governiamo e negli atti depositati in questi anni in Parlamento e, a tutti i livelli, sul territorio.
Stop a 13 opere inutili.
Ed è proprio dal territorio che ripartiamo, fermando 13 grandi opere inutili dopo averle sottoposte a verifica per dimostrare quanto siano insostenibili sia da un punto di vista economico che ambientale: dalla Tav Torino-Lione al Ponte sullo Stretto di Messina, dalla Pedemontana veneta e lombarda all’autostrada Orte-Mestre. E ancora: dal Terzo Valico dei Giovi alla Bretella Campogalliano-Sassuolo fino al sistema tangenziale di Lucca.
Tutte opere inutili a forte impatto ambientale e con costi altissimi per le tasche dei cittadini che non sono necessarie con il nostro modello di sviluppo sostenibile, che è invece basato su tanti interventi diffusi e mirati, tarati sulle reali esigenze dei territori. Trasparenza e controlli nelle gare d’appalto è, insieme alla sostenibilità ambientale ed economica, l’altro comune denominatore per gestire infrastrutture e concessioni.
Un piano di tanti interventi diffusi e mirati. Ecco la vera grande opera‘ della mobilità 5stelle: un piano della mobilità collettiva pubblica e privata con maggiori fondi al Traporto Pubblico Locale, almeno 500 milioni di euro l’anno, mobilità ciclistica (dalla realizzazione di ciclovie e percorsi eurovelo alle misure adeguate di sicurezza stradale) e politiche d’incentivi per car sharing, car pooling, mobilità dolce ed elettrica. Già in questi giorni stiamo provando ad inserire alcune di queste proposte in provvedimenti in discussione in Parlamento, come il Decreto fiscale e la Legge di Bilancio, ad esempio con un emendamento per stanziare 50 milioni di euro l’anno dal 2018, per un totale di 150 milioni di euro, per incentivare l’acquisto di auto elettriche e realizzare colonnine di ricarica.
Intermodalità: la bussola per muovere le merci. Il trasporto merci viene spostato dalla gomma al ferro e alle vie d’acqua. Un passaggio che va accompagnato e aiutato con apposite misure di sostegno pubblico già previste come il ferrobonus ed il marebonus.
La bussola per riorganizzare la logistica e i movimenti delle merci è l’intermodalità: tutte le infrastrutture necessarie – Porti, Aeroporti e Stazioni Ferroviarie – devono essere connesse e integrate, creando dei poli logistici e razionalizzando quelle insostenibili, nel rispetto della vocazione dei territori e del servizio di continuità territoriale. Con una rete adeguata d’infrastrutture le nostre imprese possono essere più competitive e le nostre città meno ingolfate da traffico e inquinamento.
Gli stakeholder: alcuni feedback.
Tra gli intervenuti Fulvio Cavallari di Assoaeroporti ha rimarcato “la necessità di puntare sullo sviluppo dell’intermodalità unendo competitività e intermodalità”. Edoardo Zanchini di Legambiente “condividendo le linee ispiratrici di questo piano mobilità” ha chiesto “una particolare attenzione sulla questione dei pendolari”, mentre per il rappresentante di Oice il nostro programma è “lungimirante perché guarda al lungo periodo”. Dino Piacentini di Aniem, l’associazione delle imprese edili e manufatturiere, ha chiesto in tema di trasparenza e controlli “l’istituzione dell’albo dei Commissari di gara”.