di Dario Tamburrano, EFDD – M5S Europa
Ci stiamo riuscendo. Le commissioni Energia e Ambiente (ITRE & ENVI) hanno votato per l’eliminazione entro il 2020 di tutti i sussidi, diretti ed indiretti, ai combustibili fossili. Nell’UE questo enorme flusso di denaro, a seconda di come si fanno i calcoli, ammonta alla bellezza di 39/200 miliardi di euro ogni anno. La stima del Fondo Monetario Internazionale, che include anche le esternalità, è addirittura di 300 miliardi annui. E non è tutto: sono stati votati a maggioranza anche gli emendamenti che infondono nel quadro legislativo il concetto, finora del tutto assente, di “energia sociale” e il riconoscimento degli interventi di efficienza energetica come “opere infrastrutturali“.
NEL DETTAGLIO IL VOTO SULLA GOVERNANCE DELL’UNIONE DELL’ENERGIA
Le commissioni parlamentari ITRE (industria ed energia) ed ENVI (ambiente) hanno approvato giovedì 7 dicembre le modifiche che vorrebbero apportare al testo del Regolamento UE sulla Governance dell’Unione dell’energia proposto dalla Commissione Europea. Come nel caso della direttiva efficienza energetica, bisognava scegliere fra due serie contrapposte di emendamenti relativi alle politiche UE su clima ed energia: una rigorosamente orientata verso rinnovabili, efficienza energetica e riduzione delle emissioni; l’altra molto più bendisposta a perpetuare l’uso dei combustibili fossili. Il voto del M5S é stato determinante insieme a quello di Verdi, S&D (socialisti), GUE (sinistra) e ALDE (liberali).
Questo regolamento è l’architettura portante delle politiche UE su energia e clima fino al 2030 poiché stabilisce come gli Stati membri dovranno concretamente recepire diversi provvedimenti in merito alle politiche energetiche dell’Unione, tra i quali la nuova direttiva rinnovabili e la nuova direttiva efficienza energetica. Viene stabilito inoltre come gli Stati membri dovranno redigere i loro piani nazionali energia e clima per diminuire le emissioni climalteranti e per raggiungere i target di efficienza energetica e di energia rinnovabile al 2030. Sono indicati, ovviamente, anche gli strumenti con cui l’UE controllerà che gli obiettivi nazionali vengano effettivamente raggiunti e siano coerenti con quelli unionali.
EFFICIENZA COME INFRASTRUTTURA ED ELIMINAZIONE DEI SUSSIDI AI COMBUSTIBILI FOSSILI ENTRO IL 2020
In base agli emendamenti approvati dalle commissioni ITRE ed ENVI, il regolamento stabilisce che la ristrutturazione finalizzata al risparmio di energia è un investimento prioritario e che l’efficienza energetica é un’infrastruttura. Questo recepisce completamente l’emendamento cofirmato dai colleghi Piernicola Pedicini, David Borrelli, Eleonora Evi e Rosa D’Amato. Ancora, gli emendamenti “incorporano” nel regolamento gli accordi di Parigi che mirano a contenere entro due gradi (possibilmente entro 1,5 gradi) il riscaldamento globale e inseriscono quindi nei piani nazionali relativi ad energia e clima l’obbligo di eliminare tutti i sussidi ai combustibili fossili entro il 2020 ed indicare la traiettoria verso questo obiettivo.
ENERGIA SOCIALE
Per quanto riguarda la dimensione “sociale” dell’energia, sempre in base agli emendamenti approvati in commissione i piani nazionali dovranno:
– indicare quante persone si trovano in condizioni di povertà energetica e, se sono in numero significativo, le misure per ridurle;
– stabilire un target di energia rinnovabile prodotta dai cittadini e dalle comunità per l’energia, e la traiettoria per raggiungerlo;
– specificare quali benefici i cittadini trarranno dall’autoproduzione ed autoconsumo di energia rinnovabile;
essere il frutto di consultazione e partecipazione pubblica.
I PROSSIMI PASSI
Queste novità andranno confermate dal voto in assemblea plenaria, che avverrà presumibilmente in gennaio, insieme alla direttiva rinnovabili e alla direttiva efficienza energetica. Sarà quindi una delle plenarie più importanti della legislatura e la più importante per le politiche energetiche dell’Unione. I risultati finora ottenuti sono molto buoni e in parte insperati. Ma in plenaria si dovrà lottare per ogni singolo voto dato che sono coinvolti estesi interessi geopolitici, enormi quelli finanziari. Il testo che sarà approvato in plenaria servirà come base per i negoziati con il Consiglio UE – l’altro colegislatore europeo – durante i quali nascerà la versione definitiva del regolamento. Nell’UE, un regolamento è un atto legislativo superiore alle direttive perché viene direttamente applicato in tutti gli Stati membri senza che vi siano ulteriori passaggi per recepirlo nelle legislazioni nazionali.Gennaio 2018, a Strasburgo si deciderà il futuro energetico dell’Europa