di Simone Valente, deputato M5s
Il mondo dello sport italiano non è in salute. E la responsabilità di questo stato dell’arte non è certamente di chi fa sport ma di chi lo dirige. La politica ha sempre trattato le federazioni e i tesserati come bacino di voti, non come mondi da valorizzare. Lo dimostrano i legami che esistono fra uomini politici e il mondo dei dirigenti federali. Ci sono doppie e triple poltrone su cui siedono parlamentari di diversi partiti. Questo intreccio fra politica e sport deve interrompersi. Per noi è una priorità.
Il ruolo di dirigente sportivo deve essere svolto da persone che guardano allo sport per far crescere il suo potenziale, per rinnovarlo seriamente, e non per l’ennesima poltrona da collezionare. Chi è chiamato a guidare una federazione sportiva deve farlo consapevole dell’importanza del proprio ruolo. E deve concentrare il proprio impegno per garantire il miglioramento di tutto il movimento che è chiamato a rappresentare, anziché iniziare a stringere legami politici che assicurano una più duratura permanenza.
Finora a causa di un vuoto normativo abbiamo avuto situazioni davvero assurde all’interno delle federazioni sportive. Ci sono soggetti con funzioni apicali all’interno di Coni Servizi spa che avevano allo stesso tempo un ruolo di rilievo in una federazione, come il caso dell’amministratore delegato di Coni Servizi che, per 12 anni, è stato contemporaneamente presidente della Federazione Badminton. Altro caso emblematico riguarda la posizione del presidente della Federgolf, eletto nell’ottobre 2016 per la quinta volta alla guida della federazione e che, contemporaneamente, rivestiva il ruolo di presidente di Coni Servizi spa e quello di vice presidente vicario Coni.
Manca poi una norma che impedisca la candidatura per coloro che hanno riportato condanne che non possono certamente essere compatibili con lo svolgimento di ruoli così importanti all’interno delle amministrazioni statali e sportive.
Il tema delle dinastie dirigenziali all’interno delle federazioni è davvero grave e va affrontato. Tutto questo significa che chi sta per tanti anni all’interno di una federazione crea un centro di potere, e così facendo non permette un vero ricambio generazionale.
Intervenire su questo tema significa anche migliorare la qualità delle attività sportive in tutta Italia.