di Rosa D’Amato, Efdd – MoVimento 5 Stelle Europa
La Turchia ha ottenuto dall’Iccat, la Commissione internazionale per la tutela del tonno Atlantico, una quota di tonno rosso che arriverà a 2.240 tonnellate entro il 2020. Più di un decimo di quanto ottenuto dall’intera Unione europea. A dieci giorni dalla chiusura del vertice, i documenti ufficiali non sono stati ancora resi pubblici ma fanno già rumore: questo cambiamento nel sistema di distribuzione penalizza le quote dei Paesi comunitari. La concessione alla Turchia nasce grazie a un ridimensionamento della quota dell’Unione europea. La Commissione europea non è stata in grado di difendere adeguatamente gli interessi dell’Unione europea e dei suoi pescatori.
In questa nuova fase della gestione della risorsa vanno aiutati i piccoli pescatori. È inaccettabile che la pesca del tonno sia ad appannaggio quasi esclusivo delle grandi imprese: in Italia, per esempio, è affidata quasi in toto a 15 grandi imprese, il cui impatto sull’ambiente marino è, tra l’altro, una delle problematiche mai risolte del nostro mare. La piccola pesca è una risorsa economica e sociale per l’Europa, una risorsa ecosostenibile e un patrimonio di tradizioni da tutelare. E’ a loro che bisogna concedere una parte significativa delle quote assegnate all’Ue.
Quest’anno l’Iccat ha assegnato all’Unione europea una quota di tonno rosso che arriverà nel 2020 a 19.360 tonnellate contro le 13.451 del 2017. Questo aumento è stato possibile grazie alla ricostituzione degli stock ittici e agli immensi sacrifici dei pescatori, per lo più della piccola pesca.
La Turchia non rispetta gli stessi rigidi protocolli a cui sono stati sottoposti i nostri pescatori. Inoltre, non si capisce perché bisogna essere così generosi con il governo di Ankara. In Turchia, stiamo assistendo a una erosione continua dello stato di diritto. Abbiamo concesso 6 miliardi di aiuti alla Turchia perché bloccasse rifugiati e migranti all’interno dei suoi confini. Ma tali accordi non sono stati rispettati. Mai come in questi ultimi anni Ankara si sta allontanando dai valori e dai principi democratici alla base dell’Ue. Una cosa è certa, ancora una volta a perdere sono i piccoli pescatori abbandonati dalle Istituzioni.