di MoVimento 5 Stelle
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sulla Bellezza. Potrebbe essere questo, entro il 2030, il motto del turismo italiano grazie alla grande e diversificata capacità di attrazione del nostro Paese, se solo si riuscissero a superare alcuni ostacoli del sistema attuale. In primis una visione politica che non punti più alla distruzione del nostro splendido territorio con Grandi Opere inutili e industria fossile, ma che ne valorizzi lo splendido Paesaggio e le specificità, vero petrolio’ del Belpaese, come previsto nel nostro Programma di Governo Turismo.
Per tracciare una roadmap verso questo obiettivo abbiamo commissionato lo studio “Turismo 2030“, realizzato con la collaborazione del professor Domenico De Masi, ed altri undici esperti, che secondo il metodo Delphi, hanno fornito il loro contributo senza essere a conoscenza dell’identità del Committente.
La ricerca, che diventerà una pubblicazione, sarà al centro del dibattito del convegno che si terrà il prossimo 20 dicembre, dalle ore 9 a Milano.
Da dove parte l’Italia per arrivare al “Turismo 2030”? Ecco, in sintesi, la situazione fotografata dallo studio di De Masi. L’Italia è tra i dieci Paesi più visitati al mondo e la meta più desiderata nell’immaginario collettivo degli stranieri. In particolare, in base alla classifica stilata dal World Tourism Barometer (dati 2015), l’Italia si pone al quinto posto con quasi 51 milioni di arrivi dall’estero a cui vanno aggiunti gli oltre 58 milioni di italiani registrati dall’Istat che si sono spostati sul territorio nazionale, per un totale di 109 milioni di turisti. In totale le presenze sul nostro territorio sono state 393 milioni, di cui 193 stranieri e 200 italiani. Tra le città più visitate, Roma con circa 25 milioni di presenze, Milano (11,7 milioni), Venezia (19,2), Firenze (9,1), Torino (3,5) e Napoli (2,9).
Quanto valgono questi flussi turistici per l’economia nazionale? Secondo il World Travel and Tourism Council, nel 2016, la nostra industria turistica vale 70,2 miliardi di euro (ovvero il 4,2% del Pil) che salgono a 172,8 miliardi di euro (il 10,3% del Pil), se si aggiunge anche tutto l’indotto. Dal punto di vista occupazionale i lavoratori del settore sono circa 2,7 milioni.
C’è poi un dato particolarmente significativo: l’Italia, pur registrando un numero maggiore di arrivi, guadagna di meno rispetto ad altri Paesi meno visitati. Ad esempio nel 2015 l’Italia con quasi 51 milioni di turisti stranieri ha guadagnato 777 dollari per ogni turista, ben al di sotto del Regno Unito, che invece nello stesso anno ha guadagnato 1323 dollari per turista pur avendo registrato solo 34,4 milioni di turisti o della Germania, con 1054 dollari a turista con 35 milioni di turisti.
Come siamo attrezzati con le strutture ricettive? Attualmente si contano oltre 2 milioni e 250 mila posti letto, di cui solo 827mila a quattro e cinque stelle, per l’offerta alberghiera e oltre 2,6 milioni di posti letto per quella extra-alberghiera, di cui la metà in campeggi e villaggi turistici.
Nel 2030 il turismo mondiale interesserà 1,8 miliardi di persone, l’80% in più rispetto al miliardo di turisti del 2013, che hanno speso 1200 miliardi di dollari. La concorrenza tra i Paesi sarà sempre più spietata. Come riuscirà l’Italia a tenere testa agli altri concorrenti? Come cambieranno la domanda e l’offerta e le figure professionali del settore sotto la spinta della digitalizzazione, robotica e intelligenza artificiale? Quali le principali sfide che dobbiamo affrontare sin da ora? Quali le soluzioni per vincerle?
Proveremo a rispondere a queste cruciali domande al convegno “Turismo 2030” del prossimo 20 dicembre.
Qui http://m5s.info/turismo2030 il form per prenotarvi