di Fabio Massimo Castaldo, EFDD – M5S Europa
Il titolo del video reportage pubblicato dal New York Times, sulle armi prodotte in uno stabilimento in Sardegna e vendute all’Arabia Saudita, getta luce su una vicenda inquietante. Vicenda che il M5S ha portato all’attenzione dei più alti rappresentanti delle istituzioni italiane (grazie anche all’amico e collega Roberto Cotti) ed europee. Io stesso sono intervenuto più volte, durante la plenaria di Strasburgo, per denunciare quello che avviene in Yemen, dove si continua a combattere una guerra per procura, un massacro sotto silenzio.
E le vittime di questo massacro sono soprattutto civili inermi, tra cui bambini. Aspetto, questo, evidenziato anche dal quotidiano americano attraverso alcune immagini. Più volte ho chiesto all’Europa di levare finalmente la sua voce e di agire anche sui propri Stati membri. Sì, perché non è tollerabile che a prevalere sia il timore di urtare gli interessi dell’Arabia Saudita e della lobby europea degli armamenti.
Ci sarebbe la possibilità di poter fermare questa tragedia attraverso il rispetto degli otto criteri del Codice di condotta dell’Unione Europea per le esportazioni di armi del 2008. Criteri che l’Europa ha sempre calpestato, pur avendoli affermati, perché in proposito non è prevista alcuna forma di sanzione.
Il M5S ha depositato un emendamento volto, invece, proprio a chiedere di sanzionare quei paesi che ne violano il rispetto dei criteri. Non vorrei che, a forza di chiudere gli occhi per proteggere l’utile (quello di alcuni Paesi), finissimo per diventare ciechi davanti all’indispensabile. Con il M5S al Governo e con il suo rappresentante nel Consiglio europeo faremo di tutto per evitare di diventare complici di queste guerre per procura che non hanno fatto altro che portare, nel corso degli anni, morte e distruzione.